CAPODANNO A POTENZA E POLEMICHE NEVROTICHE

Le mille polemiche pretestuose, nevrotiche, ininterrotte a cui abbiamo assistito negli ultimi giorni precedenti il Capodanno RAI a Potenza si possono definire con un solo termine: vergognose. Tanto più vergognose perché sono arrivate e continuano ancora ad arrivare anche oggi, nel giorno successivo al Capodanno. Diciamolo francamente; arrivano non da Milano o Roma o Bari o Torino o da qualsiasi altra città italiana. Tutte le polemiche sul Capodanno Rai a Potenza sono arrivate e continuano ad arrivare  esclusivamente da una sola città italiana, l’altra sola città di questa regione, Matera. Che dire allora davanti a tanto degrado da parte di quella che dovrebbe essere la Capitale Europea della Cultura 2019? Forse, è arrivato anche il momento in cui si deve dire che quando si attribuisce una patente ufficiale sotto forma di titolo (quello di Capitale Europea della Cultura per il 2019)  ad una comunità impreparata ad accoglierla, si apre il vaso di pandora di tutte le frustrazioni, di tutti i risentimenti e pregiudizi. Sappia Matera che chi semina vento raccoglie tempesta. Potenza ha gioito quando Matera è stata designata Capitale della “Cultura Europea”, perché ritenuta appartenente ad una unica comunità. Mentre, a quanto sembra e ciò sembra ad un numero sempre maggiore di cittadini di questa regione, Matera si sente appartenente alla Basilicata solo quando deve chiedere o prendere soldi, minacciando, in caso contrario, di raccogliere le firme per andare con la Puglia, da cui proviene (nell’antica Lucania, Matera era esclusa dal nostro territorio). Fu strappata nel 1663 alla Terra d’Otranto dagli Spagnoli e promossa capoluogo regionale (si chiamava in un altro modo all’epoca) perché tutte le altre località della regione che erano state prescelte si dimostrarono logisticamente inadeguate oppure perché non volevano accollarsi l’onere. Ma torniamo all’oggi. Molti potentini si sono pentiti di aver gioito per questa designazione, che dal punto di vista culturale non vuole dire niente. Basta scorrere i dati recentissimi dell’ultima classifica del Sole 24 ore, sulla “qualità della vita”, che sulla cultura e sul tempo libero colloca Matera al 105° posto rispetto ai 110 capoluoghi di provincia italiani. Potenza, senza tutti i supporti economici e comunicativi messi a disposizione da Stato e Regione Basilicata a favore della città dei Sassi, si è classificata al 87° posto, avendo una posizione di 18 posti più avanzata. Ad ogni rilievo critico (rilievo critico, non diffamazione e denigrazione) partito da Potenza e dai potentini su diversi argomenti, le risposte giunte da Matera si sono ridotte e si riducono sempre ai seguenti ritornelli triti e ritriti; 1) Potenza è brutta; 2) Potenza non ha storia, né identità; 3) Potenza non ha cultura; 4) Potenza non ha turismo; 5) Potenza non ha beni culturali e niente che si possa visitare ed apprezzare; 6) Potenza è una piovra che assorbe tutte le risorse, i servizi, gli uffici pubblici e così via; 7) Potenza ruba a Matera anzi ‘sposta le cose’, sposta anche il Capodanno e si sta attrezzando finanche a spostare i Sassi; 8) E’ esclusivamente una città sede di servizi e della burocrazia, una città grigia, quindi, senza null’altro che uffici popolati da piccoli o medi burocrati. Potentini tutti Fantozzi insomma, mentre a Matera tutti intellettuali e capitani di impresa, più o meno. Il senso sembra quello. Si potrebbe continuare all’infinito con questo elenco di banalità e di falsità macroscopiche. Queste sono le sole risposte e questi sono i soli argomenti di confronto usati dai materani. Se le cose stanno in questo modo, e non vediamo in quale altro possano stare, se questo è il senso comune dei materani o almeno della stragrande maggioranza di essi, allora la classe dirigente di questa regione ha dimostrato molta miopia attribuendo medaglie immeritate o non supportate da parametri oggettivi.  Neppure il bonario atteggiamento di lasciar correre da parte dei potentini ha fatto sì che diminuisse la velenosità perpetua, l’acredine ed il livore nei confronti del capoluogo regionale. Al contrario;  l’ha fomentato  nel senso che chi a Matera punta sull’indebolimento o sull’annullamento di Potenza ne ha tratto vantaggio.  Ma per l’eterogenesi dei fini questa strategia ormai è scappata di mano ed i tentativi di ricorrere alle toppe diventano peggiori dei buchi. L’evento di Potenza è stato elevato, e, nonostante le dirette anche da Matera, magistralmente condotte dalla bella e brava Francesca Barra, la risposta di pancia dei materani dettata dal risentimento, dall’invidia si è moltiplicata. Questa designazione di Matera 2019, non supportata da reale crescita e produzione culturale, sta diventando soltanto una distribuzione di risorse per eventifici ed effimere azioni. Si continuano a narrare, attraverso il sistema comunicativo, immagini da Strapaese, si mettono in primo piano dettagli insignificanti, mentre si tralasciano i tratti caratteristici e identitari della nostra comunità potentina, abbassando il livello ad una dimensione di tifoserie senza alcun retroterra culturale. Inizia per Potenza, un nuovo percorso del tutto autonomo di rinascita cittadina. Quando  qualcosa del genere è accaduta in passato la reazione ha determinato una strategia di sviluppo economico, sociale e culturale di tutto il territorio, a differenza degli ultimi 15 anni in cui la Regione Basilicata ha favorito processi di sviluppo centrifugo verso le regioni limitrofe, favorendole con i nostri soldi. Parlando di soldi, argomento volgare ma concreto e quantificabile, anche il ritornello secondo cui Potenza prende tutte le risorse si sgonfia come un soufflé. Parlando di dati e, quindi, di cose serie  viene fuori un quadro del tutto diverso dai soliti mantra materani. E cioè che;

a) La spesa pubblica effettuata nella città di Matera ha determinato una permanenza media del turista nel 2015 di circa 1,65 giorni, cioè ha prodotto niente di più che un turismo ‘mordi e fuggi’, con scarsi ritorni sul resto del territorio, tranne che per la vicina Puglia, più organizzata della Basilicata.  Ciò significa anche che  il brand turistico Matera da solo non basta. Se i turisti rimangono solo un giorno a Matera, evidentemente non hanno nient’altro da vedere oltre i Sassi, per visitare i quali basta ed avanza una giornata. Da questo dato scaturiscono ulteriori domande che il cittadino di questa regione comincia a porsi;

  1. Si possono investire soldi regionali della Basilicata per favorire lo sviluppo turistico della Puglia?
  2. Quali sono gli effetti sul resto del territorio regionale del turismo di Matera? Quali flussi si sono riversati nel resto della regione?

La verità è che gli investimenti regionali hanno effetti solo sulla città di Matera e sulle limitrofe cittadine pugliesi. Né la città di Matera può intestarsi il successo del Metapontino ed i suoi numeri, così come la città di Potenza non pensa assolutamente di incamerare a suo nome le presenze turistiche di Maratea. Quindi, quando a Matera si dice che il Capodanno deve tenersi o doveva tenersi per tutti i cinque anni a Matera in nome della rappresentatività turistica dei due terzi di tutto il turismo regionale, si dice un’altra solenne corbelleria perché il grosso numero di presenze turistiche balneari del Metapontino non riceve nulla da Matera, caso mai dà qualcosa a Matera. Quel grosso numero, ben più grosso delle presenze turistiche a Matera, non se lo può incamerare Matera per i suoi soli esclusivi interessi. O devo ricordare la recentissima polemica dei materani quando si paventava una sola fermata del Freccia Rossa a Metaponto invece che a Ferrandina, ritenuto il nuovo scalo ferroviario di necessità di Matera? Detto ciò,  non si può nascondere il proprio interesse economico dietro la maschera della cultura e del ritorno dell’investimento sull’intero territorio  o su quello limitrofo della Basilicata. Una delle ragioni che giustificano l’appena trascorso Capodanno Rai a Potenza deriva dal fatto che la Regione Basilicata spende soldi per Potenza ed il suo hinterland che rappresentano 1/5 degli abitanti regionali e che contribuiscono per più di 1/5 alle entrate regionali locali.  Le risorse regionali debbono essere distribuite equamente su tutto il territorio regionale. Essendo un evento di nessuna attinenza culturale, ma soltanto di spettacolo, è giusto che il Capodanno, finanziato anche con i contributi potentini, venga attribuito anche al capoluogo. La presunzione di svolgere per cinque anni consecutivi a Matera l’evento dello spettacolo non vedo su quali fondamenti obiettivi possa essere  poggiato. Poi, se Matera vuole farlo sempre nella sua location, se ne assuma gli oneri oltre che gli onori.

 

MARCO TROTTA

 

(Nella foto di Rosario Angelo Avigliano) – Potenza, 1 gennaio 2017 h. 03,00 della notte. Il concerto italiano di Capodanno da Potenza è appena finito e migliaia di potentini si riversano su Via Pretoria.

7 thoughts on “CAPODANNO A POTENZA E POLEMICHE NEVROTICHE”

  1. Il campanilismo (sbagliato, sia chiaro) interessa, per definizione, due o più città, per cui la responsabilità non può ricadere solo e soltanto in una direzione. Sbagliano i materani quando assumono atteggiamenti egocentrici, ma, caro potentiareview, se proprio volevi dar risalto ai comportamenti del cosiddetto “popolino”, sbagliano anche i potentini quando espongono striscioni durante la diretta del capodanno (perchè questo episodio non compare nell’articolo?), sbagliano quando fischiano l’intervento da Matera (anche questo?). Inoltre, nell’articolo ci sono tante inesattezze o mancanze (volute?!). Io sono contrario al pensiero del “popolino”, qualunque sia la fazione, sono anche profondamente contrario ai canali di informazione (o pseudo-tali) che lo stuzzicano. Questo articolo, anche se cerca di elevarsi ad una critica costruttiva, mi pare abbia grosso modo quella finalità.

  2. Scusami Nicola,io ero presente al concerto ed è vero, i fischi ci sono stati, ma proprio in risposta a quello striscione che di certo rappresenta una minoranza del pensiero potentino. Te lo dico in quanto ho fischiato personalmente ad un atteggiamento per me riprovevole. Vedere critiche provenire fa Matera quindi non fa certo piacere, dal momento in cui, tra l’altro ho anche partecipato personalmente al concerto di Matera dell’anno scorso e ne ho parlato bene, e come me tanti potentino che conosco

    1. Cara Annamaria, visto che sei una persona ragionevole, che riesce a vedere la questione con una certa obiettività, al di la dei fischi della piazza, non credi che l’articolo analizzi il tutto con una certa faziosità? Faziosità da cui proprio l’autore vuole (solo a parole) estraniarsi. Gli imbecilli ci sono in entrambe le città, così come le persone “ragionevoli” ci sono in entrambe le città. Si parla di un’intera città priva di cultura, io dico invece che la vera ignoranza è generalizzare. Ignoranti i materani che generalizzano, ignoranti i potentini (compreso l’autore dell’articolo) che generalizzano.

  3. Tutto giusto, unico dato certo, aldilà delle nevrotiche polemiche, è che senza il titolo di capitale europea per Matera, indubbiamente meritato vista la straordinaria bellezza della città, né RAI né Mediaset né altri si sarebbero mai sognati di “scendere” in Lucania. Il resto è guerra tra poveri e audience per i networks e i social.

  4. La prossima volta vi facciamo una statua! L’articolo è pieno di inesattezze! Innanzitutto l’accordo tra Rai e regione fu fatto mettendo al centro del progetto Matera perché le rivali non si chiamavano Siena, Viterbo e Ferrara, non certo Potenza altrimenti col piffero che sarebbe stato firmato! Ti ricordo che c’è voluta una delibera regionale per cambiare la città di destinazione, come mai non se ne parla nell’articolo! Per il 2019 avete gioito solamente perché eravate contenti di poter continuare a mangiare sulle spalle dei materani e questo è un altro esempio….il vostro è solo un tipico giornalismo di parte nulla di obiettivo e realistico! Complimenti per lo striscione e poi il campanilismo sarebbe il nostro! A parti invertite sono sicuro che sareste stati contenti!?!?!?! Viva la sincerità…..va va va …..
    Chi è l’editore del giornale Pittella per caso!

  5. Non ne hai scritta una giusta. Quella dei materani non è frustrazione, fatevene una ragione, tutti …è legittima rabbia per l’arroganza con cui si perpetuano gli scippi. Qualche politico di capoluogo ricorre alle truffe facendo vedere anche quello che non gli appartiene, con panorami e campanili che a Potenza non esistono. Per quanto riguarda Matera non sono stati sufficienti le decine di documentari realizzati dai broadcaster di tutto il globo per raccontare quello che CI APPARTIENE, e non potrà portarcelo via nessuno. La comunità si costruisce con atti e scelte trasparenti, leali, oneste non ritrattando impegni presi. Di quali soldi parla? Non sono neanche proporzionati alle tasse che la comunità “di questa parte” eroga allo stato, alla regione, all’UE …tanto meno al valore immateriale. Quello stesso valore di cui adesso ci si vorrebbe appropriare cavalcando l’onda del nostro successo nel tentativo subdolo di strapparci qualche turista. La frustrazione sta da un’altra parte. Noi ci teniamo i fine settimana con tantissima gente che affolla i quasi cento locali, tutti bellissimi, gli aperitivi nei nostri angoli suggestivi e ricchi di fascino che condividiamo cordialmente, per non dire amorevolmente, con le centinai di turisti che visitano la nostra città ogni assolata (e non) domenica dell’anno. Voi tenetevi pure il capodanno e tutto il resto. Non è Matera che ha bisogno della regione, sembrerebbe che Potenza voglia, oltre qualunque modo sensato, “sfruttare” tutto il nostro potenziale per provare ad affrancare una inequivocabile pochezza, utilizzando meschine macchinazioni. Quando dico Potenza, non voglio dire potentini. Per la gente porto sempre un grande rispetto e nutro anche particolare simpatia. La questione è tutta politica, solo politica …tranne qualche “ultrà” che si fa prendere un pò la mano. La saluto cordialmente.

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