IL POTENZA SOPRAVVIVERA’ (ANCHE) AL COVID 19

Venerdì 1° maggio, dalle 15.00 alle 16.30, si è tenuta una conferenza trasmessa dalla pagina fb della dirigenza del Potenza calcio. I tifosi temevano che con questa conferenza il gruppo dirigente Caiata, Fontana e Iovino desse l’annuncio o dell’abbandono o della scomparsa della società (per via della crisi da coronavirus che si è abbattuta anche sul calcio, soprattutto su quello meno ricco della serie C).

COMMOVENTE POTENZA CALCIO DELLA RABBIA E DELL’ORGOGLIO

Collegate su fb c’erano ben 1.100 persone che hanno postato 900 commenti. Che dire? C’è stato un colpo di scena ormai imprevedibile, un bellissimo colpo di scena. I tre non solo non abbandonano ma hanno intenzione di restare al loro posto di comando e di resistere con la rabbia e l’orgoglio di un commando in terra nemica che teme di essere sopraffatto ma che non è disposto ad arrendersi. Un pomeriggio commovente, laddove il più commosso di tutti è stato proprio il Presidente Caiata. I tifosi, non solo di Potenza ma anche della provincia di Potenza (Calvera, Spinoso, Muro Lucano, Tito, Avigliano, Brienza, Campomaggiore, Trivigno ecc. ecc.), si sono commossi anch’essi e ciò traspariva dai loro commenti. Come quando si sta al capezzale di una persona carissima e la persona carissima, data ormai già per morta, improvvisamente si rialza e dice che, anche se non tanto in forma, si sente meglio e vuol lottare per resistere e vivere; i tifosi hanno provato la stessa profonda emozione, una emozione amplificata dalla sensibilità più acuta maturata in questi quasi due mesi di tragedia coronavirus. Il Presidente Caiata ha fatto appello non solo all’unità della città ma anche alla provincia ed ai paesi della nostra provincia. Se sarà necessario, si giocherà anche con tantissimi giovani, meglio ancora se espressi dal vivaio del Potenza, che è un vivaio che coltiva i giovani di tutta la nostra regione e che sta cominciando a produrre diversi giovani promettenti. Se non sembra esagerato, dico che con questo scatto di reni Caiata ed i suoi due inseparabili amici Fontana e Iovino hanno riacquistato quella passione che negli ultimi tempi si era un po’ spenta. Direi proprio che è stato il momento della rabbia e dell’orgoglio rossoblù, per parafrasare Oriana Fallaci. Una cosa è certa; nessuno in Basilicata e in Italia godrà della scomparsa del Potenza. Saranno i potentini e tanti abitanti dei nostri paesi della provincia ad impedire questa eventualità

POTENZA CALCIO: OLTRE LA RABBIA E L’ORGOGLIO, FA DI NUOVO CAPOLINO L’ENTUSIASMO

Mi sono soffermato sui significati profondi della chiamata alle armi della dirigenza del club rossoblu, della sua rabbia; la rabbia di immaginare che, per una qualsiasi ragione, il club del Leone Rampante possa essere spazzato via, perdendo un sogno, perdendo tutto ciò che di bello è stato fatto in questi ultimi tre anni, a cominciare dall’orgoglio della nostra identità cittadina, di cui il club di calcio è una delle espressioni più popolari e di maggiore impatto. Ma c’è anche la rabbia ed il profondo dolore derivante dal fatto di immaginare la scomparsa del Potenza calcio, come è già successo per tante altre squadre italiane di serie C, ma anche di serie B, per non parlare di campionati minori, disperse nell’oblio. Dopo la reazione rabbiosa ed orgogliosa di Caiata, Fontana e Iovino, dopo la bellissima sorpresa, che ha dato una scossa emotiva molto rinfrancante all’ambiente (era ciò che l’ambiente non osava neppure più sperare), ora bisogna passare alla fase successiva, la fase pratica. A questo riguardo, il Presidente del Potenza ha detto testualmente:

“Se prima ci siamo potuti permettere di fare campionati che costavano più di 2 milioni, probabilmente l’anno prossimo non lo possiamo più fare. Lo possiamo fare il campionato solo con quel che raccogliamo. Raccogliamo 1 milione? E il campionato lo faremo con 1 milione e quindi valorizzeremo i nostri ragazzi oppure raccoglieremo 2 milioni e faremo una squadra come quella di questo anno. Raccoglieremo 3 milioni? E allora faremo una squadra per vincere il campionato”.

Mi pare di aver notato un non dichiarato cambio di strategia rispetto a pochi mesi fa. Un cambio di mentalità che viene nella direzione che già da prima auspicavo; prima mantenere e poi eventualmente volare ancor più in alto. Sono molto contento che il club abbia maturato questa strategia. Ma voglio portare il discorso più in là. Ho parlato della rabbia, dell’orgoglio, della pietà verso la propria creatura, una creatura che non è solo proprietà di tre persone, ma di tutta una città, addirittura di tutta una provincia. Rabbia ed orgoglio ma anche ‘pietas’ sono motivazioni fortissime, motivazioni già più che sufficienti a ricaricare prepotentemente le batterie dei tre ‘capitani coraggiosi’ dei colori del Potenza. Ma vorrei far notare che la motivazione originaria da cui è partito il nuovo ciclo non è venuta veramente meno. Si è nascosta dietro le cronache tragiche di questi due mesi ma non si è dissolta; l’entusiasmo. Voglio dire che una quarta motivazione potrebbe aggiungersi alla rabbia, all’orgoglio ed alla pietà; l’entusiasmo. Esaminiamo la situazione sportiva. Noi siamo al quarto posto ed il calcio sta per essere riformato. La riforma deve partire già dal prossimo campionato, questo è chiaro, altrimenti del calcio italiano non resterà più nulla, non solo del Potenza. In questo momento si stanno delineando tre proposte;

1) La proposta Caiata; serie B a due gironi territoriali con unificazione in fase play off e quindi salirebbero in B già dal prossimo anno club come Bari, Potenza, Ternana, Catania, Catanzaro ed altri due club del nostro girone che possano vantare un buon punteggio in base a tre criteri; a) piazzamento, che vale per il 50%, blasone che vale per il 25% e numero medio di spettatori alle partite casalinghe, che vale per il 25%. Il Potenza è quarto in classifica, è sesto nella graduatoria del blasone per il girone C e quinto o sesto nella classifica degli spettatori. Se passasse la proposta di una B a due gironi, il Potenza avrebbe pieno diritto di essere promosso in B già dal prossimo anno (l’ho già detto; o si fa dal prossimo campionato questa riforma o il calcio italiano sparisce di botto);

2) La proposta Gravina (Presidente della FIGC) di tre campionati prof: la A, la B e la B2, dove la B2 diventerebbe il terzo livello e dove sarebbe più parte della B che della C. Sotto la B2, resterebbe la C, che però diventerebbe il quarto livello e diventerebbe semipro o con regime economico dilettantistico e la D, che diventerebbe la quinta serie.

3) La proposta Ghirelli (La C d’èlite); un girone unico nazionale di serie C e sotto di questo livello la C2 oppure la C normale con due gironi.

Al momento, nessuno sa quale delle tre proposte passerà (una delle tre sicuramente dovrebbe passare perché la C non può aspettare più neanche due mesi, figuriamoci un anno e mezzo) in quanto il Consiglio Federale della F.I.G.C. è stato rimandato dal giorno 8 maggio al giorno 20 maggio (fra quattro giorni) e il Consiglio di Lega Pro ha deliberato decisioni che non credo saranno confermate in toto dal prossimo Consiglio Federale. L’ipotesi 1 sarebbe qualcosa di indescrivibile, per quanto mi sembri la più difficile, ma anche le proposte 2 e 3 sarebbero ‘de facto’ una ulteriore promozione per il Potenza perché o B2 o C d’èlite si tratterebbe di un campionato unico nazionale, più stimolante e più prestigioso e, soprattutto, avrebbe ben quattro promozioni in B, fatto che rafforza enormemente le motivazioni (forse avrebbe anche maggiori contributi economici, ma questo non si sa ancora).

Bene. Passiamo alla questione successiva. Quanto ci vuole per fare la B? Fare la B con i soldi che la B assicura ai club è, in realtà, più facile che fare la C. Negli anni scorsi il Cittadella, che si è sempre piazzato bene in B, ha speso per il monte ingaggi lordo 2,1 milioni – max 3 milioni e la Spal negli anni recenti è stata addirittura promossa in A con un monte ingaggi lordo di 3,3 milioni di euro a fronte dei 15 milioni di euro del Verona Hellas. Quanti soldi ci vogliono, invece, per fare la B2 o la C d’èlite? In una fase normale ci vorrebbe un budget più ricco di quello di questo anno. Dall’altro lato, ci sono dei fattori a favore di un club come il Potenza. Non solo le quattro promozioni al posto di una sola, ma anche il fatto che in un campionato come la B2 o la C d’èlite ci si potrebbe accontentare, tutto sommato, di una salvezza tranquilla. Ma c’è un terzo fattore a tranquillizzarci; lo ‘tsumani’ coronavirus non si farà sentire solo sul Potenza, ma anche su club ben più danarosi che dipendono da *patron titolari di imprese industriali e che faranno i conti con una diminuzione del PIL nazionale dell’8% o del 15%. Quindi, ci sarà un drastico e generale ridimensionamento in basso. Detto ciò, con quale budget di spesa si potrà fare una tranquilla e ancor più prestigiosa C d’èlite o addirittura una B2? Sapendoci fare (e Caiata, Fontana e Iovino hanno dimostrato di saperci fare veramente tanto, visto che con budget risicati o scarsi sono riusciti a fare un quinto posto ed un quarto posto), questo fattore del saperci fare diventerà determinante, con un po’ di meno di quanto si è speso quest’anno per ottenere il quarto posto nel girone C della serie C. Questa stagione si sarebbe conclusa con un budget in uscita di circa 2,3 milioni (il Presidente rettifichi se non è così). Per la prossima stagione in C d’èlite o in B2 potranno bastare 2 milioni di euro. E sarebbe già un lusso, a giudicare dalle parole dette da Caiata. Il problema vero è un altro. Come coprire un budget di 2 milioni di euro in una stagione nella quale, come detto dal Presidente, verranno a mancare le tre fonti principali di finanziamento; il botteghino, gli sponsor e le tasche dei Presidenti che coprono il deficit tra entrate ed uscite? 

LA FORMULA POTENZA CALCIO PROSSIMA VENTURA

Il Potenza di Caiata in questo momento è anche al centro della attenzione calcistica nazionale per il ruolo da protagonista che sta svolgendo nell’ambito dei progetti di riforma del calcio italiano, soprattutto per quanto riguarda la serie C. Le sue proposte sono riprese da molti organi di stampa, blog e siti internet che si occupano del calcio e della serie C in modo particolare. Questo ruolo di protagonista di Caiata gli è permesso non solo per le sue capacità di fare politica all’interno del mondo calcistico nazionale, ma anche per i suoi ulteriori due ruoli di consigliere di Lega pro e di parlamentare. Il Potenza per mezzo del suo Presidente propone non solo due gironi di serie B, ma anche e soprattutto la defiscalizzazione degli stipendi dei calciatori e dei dipendenti, posta di bilancio che assorbe l’80% ed in alcuni casi addirittura il 90% delle spese, cioè del budget in uscita di un club di calcio di serie C. E’ ovvio che con la opportuna defiscalizzazione si avrebbero risparmi immensi. Per fare ciò che oggi si fa spendendo 2 milioni, 2 milioni e mezzo di euro con la defiscalizzazione basterebbe poco più di 1 milione, max 1 milione e mezzo di euro. Poi, ci sarebbe anche la vecchia questione dei diritti televisivi che attualmente rendono ai club di serie C cifre risibili (forse 20.000 euro l’anno) e che invece in A ed in B sono la principale voce di entrate di un club. C’è anche una terza ipotesi, cioè quella di introdurre anche in serie C (ma non so se lo stesso si potrebbe fare anche nella C d’èlite o, addirittura, in una B2) il regime retributivo semipro o proprio dilettantistico. Sono tre ipotesi che renderebbero immediatamente sostenibile un campionato come la C che ha quasi gli stessi adempimenti della A e della B ma con pochissime entrate rispetto ai due campionati nazionali maggiori. Basterebbe la sola fiscalizzazione o il solo regime semipro o dilettantistico o i soli diritti televisivi, basterebbe una sola delle tre possibilità a cambiare le prospettive di gestione e di mantenimento di un club di C. La crisi da coronavirus ha aggravato ciò che era già grave ed ora le prospettive sembrano inesistenti per i due terzi dei club o forse anche per i quattro quinti dei club di serie C. Ma noi siamo Potenza ed abbiamo un pubblico speciale e una dirigenza speciale, motivo per cui ai tre capitani coraggiosi è venuto (giustamente) in mente di non mollare, nonostante tutti questi motivi scoraggianti. Ho detto che aumentando ancor di più la percentuale di savoir faire e di oculatezza, quella già dimostrata da questa dirigenza, che con le briciole e con pochi e poveri elementi è riuscita a cucinare una torta Saint Honoré, ce la possiamo fare, sia a fare lo stesso campionato di questa stagione in C (e questo è stato detto papale papale da Caiata), sia a fare la C d’èlite, sia la B2. Sappiamo pure quali sono le vie che il coronavirus ha chiuso e ne ha parlato la dirigenza nella conferenza del 1° maggio. Ma con 2 milioni di euro (e non di più) ce la possiamo fare. Come è possibile coprire un budget di 2 milioni in questa situazione? E’ ovvio che occorre mobilitare tutte le risorse che l’ambiente può mettere a disposizione. E’ altrettanto chiaro che dopo il memorabile discorso della rabbia e dell’orgoglio (ma anche della pietas) dell’altro giorno, ora occorre che l’ambiente risponda al commovente messaggio della proprietà con la passione, con uno smisurato amore per questi colori e con uno sforzo altrettanto eroico di quello che i tre capitani coraggiosi della Presidenza hanno dichiarato di voler perseguire. Due milioni, dunque. Come fare? Beh… si può fare, se c’è passione, amore, fantasia creativa, consapevolezza dell’enorme valore di questo club di calcio per Potenza e per la provincia ma anche per la Basilicata (il prestigio del Potenza non è paragonabile a quello di nessun’altra società calcistica e sportiva della Basilicata) e feroce determinazione, si può fare e si può fare anche se non arrivasse la defiscalizzazione, anche se non arrivasse nulla di più dei miseri proventi dei diritti televisivi attuali, anche se non arrivasse un nuovo regime retributivo semipro o dilettantistico, anche se il coronavirus dovesse costringere il calcio italiano a giocare a porte chiuse tutta la prossima stagione, anche se la gran parte degli sponsor si ritirasse e, dulcis in fundo, anche se la dirigenza non si potesse più sacrificare con i pesi finanziari degli ultimi tre anni. Nonostante questi sei spauracchi, ce la possiamo fare. Ecco in estrema sintesi i punti della formula Potenza 2021. Una formula che non dovrebbe restringersi solo al 2021 ma che può rappresentare un modello di bilancio virtuoso anche per gli anni a venire, il modello di una società di serie C o di serie C d’èlite o addirittura di serie B2 che, sostanzialmente, si autofinanzia con flussi di cassa standard e stabili (cash flow) in entrata. E vengo finalmente al dunque con una esposizione telegrafica dei punti cardine della formula Potenza 2021;

– La stagione 2019-2020 ha segnato una raccolta abbonamenti di 1600 abbonamenti. Calcolo il costo di un abbonamento medio o standard a 200 euro, cioè in una via mediana tra l’abbonamento in curva e l’abbonamento in tribuna coperta. Bisogna raccoglierne 5.000 e per farlo bisogna chiedere uno sforzo supplementare a tutti quelli che ne possono sottoscrivere più di uno (due, tre, quattro ed oltre). Per quanto mi riguarda personalmente, vivo fuori Potenza da parecchi anni e non ho mai potuto contribuire al botteghino del Viviani. Ho seguito le ultime due stagioni seguendo Eleven Sport ma non ho mai potuto contribuire alle casse del club perché non potrei essere al Viviani ogni partita casalinga, come i miei concittadini che vivono a Potenza. Ebbene, mentre incito i tifosi rossoblu a sottoscrivere almeno due abbonamenti, voglio dare l’esempio io per primo. Sottoscriverò due abbonamenti per un totale di euro 400. Mi priverò con immensa gioia di qualche piccolo sfizio perché dare anche un mio contributo economico al mantenimento in vita del Potenza in C o, meglio, in C d’èlite o meglio ancora in B2 è lo sfizio più bello che io possa concedermi. Se riusciamo a fare questo primo sforzo, siamo già a metà dell’opera. Una precisazione è d’obbligo; gli abbonamenti plurimi si debbono sottoscrivere anche se si dovesse giocare tutta la prossima stagione a porte chiuse. Dimostriamo all’Italia intera chi sono i tifosi del Potenza!

200 x 5000 = 1.000.000 leggasi 1 milione di euro

– Qui si apre una parentesi più creativa. In questa stagione abbiamo avuto una media di 3.330 spettatori circa a partita. Abbiamo uno zoccolo duro di 3.000 e poco più spettatori, zoccolo invidiabile, anche se ci sono club che ne fanno molti di più (Catania, ad esempio, ma Catania fa 400.000 abitanti e non 70.000 scarsi come Potenza). L’idea nuova è quella di una CARD ROSSOBLU con la quale i 3000 irriducibili del Viviani potrebbero, al costo di 20 euro al mese e per tutti i dodici mesi, non solo contribuire ulteriormente al bilancio del Potenza, ma giovarsi anche di un risparmio negli acquisti di ogni giorno. Usando bene la CARD ROSSOBLU, a fronte di 20 euro al mese di costi, se ne potrebbero guadagnare, sotto forma di risparmi famigliari, almeno 100 euro al mese. L’affare sarebbe anche per i tifosi consumatori. Quali sono i segreti per la riuscita di questa seconda voce di bilancio in entrata? Il circuito deve essere sufficientemente vasto e tale da abbracciare molti settori merceologici ed inoltre gli sconti devono essere reali, veri, sconti veri. L’esercente aderente al network che usasse la furbizia di aumentare i prezzi subito dopo aver sottoscritto con il club l’adesione al network commerciale dovrebbe essere espulso dallo stesso.

3000 sottoscrittori della CARD ROSSOBLU x 20 euro al mese = 60.000 euro al mese, cioè 720.000 euro l’anno (voce A + voce B = 1.720.000 euro)

– E’ ovvio che per mettere un ulteriore tassello di sostenibilità occorre anche una più pronunciata politica dei giovani. Ma, aggiungerei, anche sfoltire la rosa che è arrivata in alcuni momenti a 28 elementi per poi stabilizzarsi sui 25-26. Ne bastano 22 (il Liverpool ha giocato tutti i tornei possibili al suo livello stellare facendo scendere in campo ‘solo’ 23 giocatori). Nella prossima stagione anche il Potenza dovrà puntare sugli introiti da ‘minutaggio’, voce dalla quale in questa stagione non ha ricavato un solo euro. La Cavese invece dopo la 21esima giornata di campionato aveva già maturato ben 400.000 euro di minutaggio. Il minutaggio scorre fino alla 35° partita tranne le ultime tre e la Cavese avrebbe potuto sfiorare addirittura i 600.000 euro (per quanto credo che il massimo ottenibile siano 500.000 euro l’anno). Per ottenere i proventi da minutaggio bisogna schierare tre under 21 per ogni partita, anche se non è detto che ci debbano essere per tutte e 38 le partite. Per poter schierare tre under a partita (270 minuti a partita) bisogna averne in rosa almeno sei (quindi 22 giocatori della rosa meno 6 giocatori under = fabbisogno over di 16 calciatori, che, nell’ipotesi siano retribuiti con contratti lordi non defiscalizzati di 30.000/40.000 max, in due o tre casi, 50.000 euro lordi a stagione, significherebbero poco più di 710.000 euro di monte ingaggi lordo, che con qualche premio o benefit (alloggio, in primis) dovrebbe concludere il budget calciatori a circa 850.000 – 900.000 euro a stagione. Poi ci sarebbero le spese di personale tecnico non calciatori e le spese di personale amministrativo. Inoltre, ci sarebbero le spese di alberghi e viaggi per le trasferte (e solo qui ci sarebbe un aggravio di costi rispetto agli anni precedenti perché si viaggerebbe in tutta Italia) ed altre spese minori, tipo luce, acqua, spese per lo stadio ecc.

Introiti da minutaggio; 400.000 euro (totale: 1.720.000 + 400.000 = 2.120.000 euro)

– A queste tre voci si possono aggiungere i proventi, per quanto scarsi il prossimo anno, degli sponsor. Ipotizziamo 100.000 (2.220.000 euro)

– Un’altra voce si dovrebbe attivare, anche per rispondere all’appello esplicito di Caiata; dai contributi degli Enti. Il Comune e la Regione, in primis; 100.000/150.000 euro (2.370.000 euro) con avanzo attivo di 370.000 euro.

– Solo a questo punto si potrebbe fare ricorso ad un’altra idea creativa, che, mi risulta, nessun altro club in Italia ha ancora escogitato. Di questa non parlerò esplicitamente in questa sede anche perché mi riservo di studiarla meglio, ma se questo percorso fosse, almeno in teoria, percorribile, sarebbe una risorsa aggiuntiva fissa che porterebbe un bel pacco di soldi; ogni anno. Come potete vedere, ce la possiamo fare.

  • Per allargare il bacino attivo di tifosi una ulteriore idea sarebbe quella di favorire la costituzione di 20 POTENZA CLUB in tutta la regione ed anche fuori. Al momento, c’è solo il POTENZA CLUB SPINOSO, ma credo che senza difficoltà si potrebbero costituire il POTENZA CLUB RIONERO, il POTENZA CLUB BRIENZA, il POTENZA CLUB MURO LUCANO ed altri.

GLI SVILUPPI DELLE ULTIME ORE

Nelle ultime ore prima del Consiglio Federale della FIGC, convocato per mercoledì 20 maggio, un Consiglio Federale che si preannuncia dotato di una importanza storica per il calcio italiano, ci sono state delle buone novità per la C ed anche per il Potenza, ovviamente. Eccole;

1) Proroga dei termini per gli adempimenti fiscali (Irpef e Iva) e contributivi (Inps, Inail) con rinvio al mese di settembre. Taglio dell’Irap che non andrà pagata a giugno.

2) Sospensione dei canoni di locazione per gli impianti sportivi, dunque per l’utilizzo dello  stadio “Viviani” già oggetto, in realtà, di un accordo tra amministrazione e club sul rinvio del pagamento dei fitti nel post-emergenza.

3) Riconoscimento della cassa integrazione per i dipendenti del ramo sportivo che percepiscono fino a 50 mila euro lordi annui. Per tutti gli altri, in primis i calciatori, andranno negoziati i tagli per il quadrimestre marzo-giugno con intese individuali.

4) Istituzione del Fondo Salva Sport con una quota percentuale sul totale della raccolta per le scommesse sportive.

Messo alle strette dal movimento calcistico nazionale e ormai ben conscio della sua impopolarità, il governo Conte ha voluto lanciare un segnale di amicizia verso il calcio italiano ed ha inserito nel Decreto Rilancio le misure sopraddette, che, anche se non risolvono che una parte dei problemi del calcio, sono comunque una bella boccata di ossigeno per l’immediato. I problemi per il calcio italiano (soprattutto per la serie C) sono due; 1) concludere sportivamente e contabilmente questo campionato nel miglior modo possibile o nel meno dannoso possibile e 2) cominciare a prefigurare fin da subito la futura architettura del calcio italiano. In altri termini, il problema della riforma. 

Dicevo in apertura che il Potenza si sta rendendo protagonista della riforma o del dibattito sulla riforma. La riforma Caiata è la più grande novità che il calcio italiano possa aspettarsi. La riforma che il calcio italiano aspetta ormai ardentemente potrebbe essere irradiata proprio da Potenza. Sembrava una ipotesi già passata di attualità, ma, invece, in questi ultimi giorni che ci separano dallo ‘storico’ Consiglio federale della FIGC sembra che la proposta rossoblu stia tornando in auge. Molti sono i presidenti di club di serie C che la appoggiano e tra questi si è aggiunto anche il Presidente del Bari. Per favorire la rapida attuazione della riforma e per limitare quanto più possibile gli eventuali ritardi e danni rivenienti da ricorsi, il Governo del suo Decreto ha previsto anche;

a) Poteri straordinari in capo al Consiglio Federale per decidere sulla sospensione e definire i format dei campionati. La Federcalcio così avrebbe discrezionalità piena su promozioni e retrocessioni (potrebbe ad esempio decidere di non far salire la terza dalla B alla A oppure la quarta dalla C alla B). E’ il riconoscimento della causa di forza maggiore attraverso una forte legittimazione della F.G.I.C. con il governo a fare da spalla.

b) Il superamento dei gradi di giustizia federale: i ricorsi contro le delibere del Consiglio Federale saranno di competenza del Collegio di Garanzia del Coni (con successivo approdo a TAR e Consiglio Stato) in modo da iniziare la stagione successiva senza procedimenti in corso.

A questo punto, le strategie in cui la dirigenza del Potenza deve dare il meglio di sé sono due; 1) la sopravvivenza economica del club, 2) l’ottenimento delle migliori prospettive possibili per il club all’interno del progetto di riforma. 

Mi pare fuori di dubbio che una qualsiasi riforma ci sarà. E, in ogni caso, sarà per il Potenza un ulteriore momento di promozione e di scalata verso vette ancor più alte. Che sarà la C d’èlite, che sarà la B2 o che sarà, addirittura, la serie B, una delle tre ipotesi dovrà passare per forza. A questo riguardo, resta però un pericolo che non so fino a che punto viene tenuto in considerazione dalla dirigenza. Il pericolo è quello che la riforma non parla già dal prossimo campionato, ma dalla stagione 2021-2022. Il pericolo è che in questa ipotesi tutti gli sforzi sportivi del Potenza fatti negli ultimi due anni possano andare perduti (quinto posto e quarto posto). Se proprio non si dovesse riuscire a far partire la riforma già dal prossimo anno e fosse necessario ancora un anno di preparazione, il Potenza dovrebbe cercare almeno di ottenere un premio. Mi spiego meglio e vado ad offrire l’idea a Caiata, Fontana e Iovino. 

Il Club del Leone Rampante dovrebbe, che si tratti di B, di B2 o di C d’èlite, ottenere una corsia preferenziale nel caso la riforma parta dal 2021-2022. In altri termini, un premio per le posizioni degli ultimi due campionati ed un risarcimento per non aver potuto giocarsi tutte le carte che il quarto posto ci consentiva di giocarci. Premio e risarcimento potrebbero materializzarsi sotto forma di un bonus punti da spendere per il 2021-2022 in base ai piazzamenti di questa stagione. Per fare un esempio, il Bari, secondo in classifica, non va in B, rinuncia ai ricorsi, ma ottiene per la stagione 2020-2021 un bonus punti da far valere per l’ammissione alla C d’èlite o alla B2 o alla B, a partire dal 2021-2022. Il Bari, sempre per rendere comprensibile il meccanismo, avrebbe così diritto ad un bonus di 9 punti, il Monopoli di 8, il Potenza, quarto in classifica nella stagione 2019-2020, di 7 punti e via via fino alla decima classificata per i play off di questa stagione con 1 punto di bonus. I punti di bonus verrebbero aggiunti a quelli della regular season del 2020-2021 per determinare la classifica valida per la selezione dei 6-7 club aventi diritto dal 2021-2022 alla C d’èlite. O alla B2. O, addirittura, alla B a due gironi paritari. 

 

PINO A. QUARTANA 

 

P.S. – Il Potenza calcio è un grande patrimonio di Potenza e, come tale, rientra pienamente nell’opera di tutela, di valorizzazione e di promozione della immagine e della identità di Potenza, che è lo scopo di questa rivista. 

 

 

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