BREVE GUIDA AL PATRIMONIO ARTISTICO DI POTENZA

Qual è la valenza prettamente artistica di Potenza? Qual è il suo valore oggettivo, il suo peso effettivo all’interno del quadro regionale lucano (o basilicatese)? Devo dire che una valutazione simile, mancando di precisi parametri per la valutazione sulla consistenza e sul valore artistico dei comuni lucani (il legislatore del 1999 stilò una lista, poi inserita ed ufficializzata nell’allegato 5 della legge regionale n. 19 del 1999, in cui non specificava minimamente i criteri oggettivi in base ai quali quella lista era stata ricavata), ingenera senz’altro confusione circa il patrimonio da prendere in considerazione ai fini di una oggettiva valutazione. Per esempio, il concetto di città d’arte o di comune d’arte, che impregna quella legge, considera anche il patrimonio immateriale come parametro valido per determinare il valore artistico di un comune lucano o no? Quello materiale fino a che punto? Considera come parametri validi anche la storia di un comune, le sue tradizioni popolari, la sua presenza nella letteratura nazionale e regionale, i suoi monumenti? Non lo sappiamo e quindi nel dubbio sarà bene escludere questi ambiti e limitarsi solo alla parte fisica, visibile, direi quasi tattile, del patrimonio culturale ed artistico da prendere in considerazione ai fini di una messa a punto veritiera di una classifica regionale delle città e dei comuni d’arte della Basilicata. Nella legge del 1999 una cosa si nota su tutte le altre; la esclusione del Comune di Potenza da quella lista, alla quale, in tempi più recenti, è stato aggiunto il comune di Brienza e ,credo, anche Moliterno. Questa esclusione mi sembra veramente assurda e non rispondente a qualsiasi criterio oggettivo. Sembra ancora più assurda e penalizzante soprattutto se mettiamo a confronto, un confronto competente che sa di cosa parla, il patrimonio culturale (materiale ed immateriale) e specificamente artistico di Potenza con i patrimoni dei comuni regionali che, in fasi successive, sono stati inseriti in quella lista e quindi riconosciuti ope legis come i comuni d’arte della Basilicata. Comincio subito un inventario molto sintetico dei beni artistici di Potenza, dal quale escludo, come già detto, non solo tutte le tracce immateriali (la storia politica, le tracce di Potenza nella storia letteraria, le tradizioni popolari), ma anche i monumenti antichi e medioevali (Villaggio lucano in zona Gallitello, Ponte Romano, Villa Romana, Torre Guevara, Monastero di San Luca, Porte medioevali e tanto altro). Mi limiterò succintamente, molto succintamente, solo ed esclusivamente alla pittura (per la pittura mi sono limitato solo alle opere più importanti, omettendo tante tele di artisti minori), alla scultura ed alla architettura contemporanea. 

PITTURA

  • Tela ‘Adorazione de Pastori’ a firma di Giovanni Ricca, uno dei maggiori pittori del Barocco napoletano ed italiano. Il Ricca è uno degli artisti del 1600 che ha ricevuto nel corso degli ultimi anni una delle più grandi rivalutazioni ad opera dei critici e degli storici dell’arte italiani. Questi riconoscimenti postumi si sono concretizzati in due grandi mostre svoltesi quasi in contemporanea e tutte e due dedicate al Ricca; la prima a Torino a Palazzo Madama, e la seconda a Napoli a Palazzo Zevallos-Stigliano (la tela si trova in Santa Maria del Sepolcro).
  • Tela ‘Madonna col Bambino tra i Santi Pietro e Paolo’ a firma Teodoro D’Errico. L’attribuzione non è del tutto esatta nel senso che dietro quel pseudonimo si cela, in realtà, il più grande pittore fiammingo presente nel Regno di Napoli nel 1600: Dirck Hendricksz Centen, nato ad Amsterdam nel 1544 e morto ad Amsterdam nel 1618 (la tela si trova nella Chiesa di San Michele).
  • Tele di Leonardo Grazia detto ‘Il Pistoia, artista toscano del Rinascimento che a Potenza ha lasciato l’“Immacolata tra i SS. Rocco e Francesco” in Santa Maria del Sepolcro e la “Natività tra i SS. Francesco e Giovanni Evangelista”, nella Chiesa di San Francesco d’Assisi a Potenza. Il ‘Pistoia’ è citato dal Vasari nella sua opera universalmente nota ‘Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori ed architettori’. Il Pistoia realizzò le sue due opere potentine proprio quando a Napoli venne in contrasto col Vasari, che, oltre ad aver scritto la Bibbia dell’arte italiana, era anche un pittore ed architetto di buon livello.
  • Tele di Giovanni Di Gregorio detto il Pietrafesa, che fu il maggiore pittore lucano del 1600. A Potenza sono presenti ben cinque sue tele; ‘La Pietà’ collocata a San Francesco, forse il suo capolavoro nonché la sua prima tela (periodo giovanile), il Sant’Antonio’ ed il San Francesco, entrambe nella Chiesa della Madonna del Rosario (zona Betlemme). La quarta tela potentina del Pietrafesa è la ‘Annunciazione’ nella Chiesa di San Michele e la quinta è la ‘Madonna dei Mali’ al Museo Archeologico Provinciale.
  • Tele del pittore potentino Antonio Stabile, il maggior pittore lucano del 1500. A Potenza sono presenti la ‘Madonna col Bambino ed i santi Francesco e Patrizio’ in Santa Maria del Sepolcro, e la ’Madonna del Rosario ed i quindici Misteri’ a San Michele. Inoltre, c’è anche ‘Resurrezione e Deposizione’ alla Pinacoteca Provinciale. Ebbe bottega a Potenza insieme al fratello Costantino nella vecchia chiesa sconsacrata di San Nicola in Piazza Sedile.

– Sempre per la pittura classica o sacra, al Museo Diocesano di Potenza c’è una tela di Girolamo Bresciano (da non confondere con Girolamo da Brescia e con Girolamo Bresciano, due pittori bresciani) dal titolo ‘Storie di Sant’Antonio’.

  • Tela di Giovanni Todisco, una delle figure più importanti del contesto artistico lucano nel 1500. A Potenza c’è una sua opera e si trova a San Francesco: ‘Il martirio di San Sebastiano’.
  • A Potenza operò nel 1600 anche Girolamo Todisco, che aprì una bottega a Potenza e l’altra a Matera.
  • A Potenza si trovano anche opere di Simone da Firenze, pittore fiorentino del manierismo (inizio 1500), che operò prevalentemente in Basilicata e che fa parte, come il Ricca, di una pattuglia di pittori meno conosciuti dal grande pubblico, ma che hanno avuto una recentissima rivalutazione da parte della critica e degli storici dell’arte. A San Michele si nota su uno dei muri della chiesa una Predella che è ciò che resta di un Polittico disperso.
  • Per quanto riguarda il periodo del 1800 e del 1900, molte cose si trovano alla Pinacoteca Provinciale di Potenza in Viale Lazio. Esattamente si possono trovare tele di Angelo Brando, Carlo Levi, Ercole Bianchi, Fausto Pirandello, Ferruccio Ferrazzi, Gaetano Martinez, Giacomo di Chirico, Giuseppe Antonello Leone (recentemente rivalutato da un noto critico d’arte come Philippe Daverio, molto noto per le sue apparizioni nelle televisioni italiane), del potentino Italo Squitieri, Luigi Guerricchio, Michele Tedesco, Renato Guttuso, Onofrio Martinelli, Vincenzo Claps.
  • Potenza vanta ben sei Musei di chiaro valore artistico ed archeologico; il Museo Archeologico Nazionale, un Museo che, a detta di molti visitatori di tutta Italia e di tutta Europa, molte città europee vorrebbero avere, il Museo Archeologico Provinciale, che contiene, oltre alla ovvia reportistica archeologica, anche tele e dipinti, la Pinacoteca Provinciale, il Museo Diocesano, la Galleria Albert J. Friscia, che è, di fatto, un vero e proprio Museo, ma senza sede autonoma ed infine il Museo d’Arte Figurativa Contemporanea.Si tratta di Musei veri, non di Musei improvvisati e di dubbio valore come, ad esempio, i Musei della Civiltà contadina. Sei Musei (veri) in questa regione non li ha nessun Comune, a parte, forse, la sola Matera. Già basterebbe questo dato da solo, e di gran lunga, ad assegnare a Potenza lo stesso riconoscimento che è stato assegnato non solo a Matera, ma anche a Lagopesole, Brienza, Rivello, Grumento Nova, Venosa, Moliterno ecc.
  • La Galleria Friscia è, de facto, un vero e proprio Museo, per quanto non abbia ancora una sede autonoma (ma, probabilmente, sarà valorizzato maggiormente non appena aprirà la nuova e grande struttura di Piazza delle Regioni). Albert J. Friscia è stato uno dei duecento più grandi pittori e scultori della storia degli Stati Uniti, dal 1620 ad oggi, lungo quattro secoli. Sarebbe finanche inutile elencare le opere più importanti che si trovano a Potenza perché dovrei elencare la bellezza di quasi 90 opere e tele di valore. La gran parte della produzione di questo insigne artista si trova infatti proprio a Potenza. Inoltre, Friscia ha realizzato lavori di carattere religioso. A Chicago è stato l’autore del Portone e del Cancello in bronzo della Holy Name Cathedral di Chicago, il più importante luogo di culto cattolico degli Stati Uniti. A Potenza invece si trova anche il suo sarcofago con le spoglie del vescovo Bertazzoni nella Basilica Cattedrale di San Gerardo.
  • A Potenza si trova anche un altro giacimento di arte contemporanea ed è esattamente il Museo d’Arte Figurativa Contemporanea fondato dal professor Nino Tricarico. Tra i nomi ospitati nel museo figurano artisti che hanno fondato la figurazione italiana nella prima metà del 1900, più precisamente negli anni Trenta. Si tratta di opere di Giacomo Manzù, Enrico Baj, Emilio Greco, Mario Tozzi, Giuseppe Migneco, Aligi Sassu, Bruno Cassinari, Salvatore Fiume, Renato Guttuso, Michele Giocoli, Mino Maccari, Ernesto Treccani, Franco Gentilini, Emilio Tadini, Toni Zancanaro, Giuseppe Zigaina,  ecc. ecc. Non mancano artisti stranieri di grande prestigio come Guillelm Beverloo Corneille, Henry Goetz, Antonietta Mafai Rafael, Joan Mirò, Pablo Picasso, Eduard Pignon, José Ortega, Hans Hartung, Ciau Cin, Kubota, ecc. Poi, c’è tutta una vasta presenza dei migliori artisti lucani degli ultimi decenni, sempre per quel che riguarda l’arte contemporanea.
  • Nella Basilica Cattedrale di San Gerardo c’è una forte presenza di Mario Prayer, uno dei più quotati pittori monumentali del 1900 in Italia. Molto bella, in particolare, la Cupola del Prayer.
  • Nel Teatro Stabile c’è uno splendido plafond che rappresenta l’Apoteosi di Pitagora. Lo ha dipinto Luigi De Luise, ma il soggetto dell’opera lo ha progettato Vincenzo Marinelli (nativo di San Martino d’Agri), che è stato un prestigioso artista della pittura italiana del 1800.
  • Sempre nel Teatro Stabile, che è già in sé un gioiello artistico (i potentini lo chiamano da sempre ‘Il San Carlino’), c’è un pezzo della storia della lirica che è il pianoforte recentemente restaurato del grande Maestro, Ruggero Leoncavallo. Con questo pianoforte il grande compositore lirico dava lezioni ai giovani rampolli della borghesia potentina negli anni 1875-1876 circa, gli stessi anni in cui, sempre nel suo periodo giovanile potentino, componeva la sua prima opera lirica, il ‘Thomas Chatterton’.
  • Molto brevemente ci sarebbe qualcosa da dire sulla Chiesa di San Michele, uno dei migliori esempi, se non il migliore, di romanico in Basilicata, progettata nel 1100 dal maestro Sarolo di Muro (la Chiesa è più antica e sorse verosimilmente verso la fine del V° secolo d.C.).
  • Ci sarebbe molto da dire anche sulle espressioni più prettamente artistiche dei reperti contenuti nel Museo Archeologico Nazionale di Palazzo Loffredo.
  • Nella Chiesa di Santa Maria del Sepolcro c’è una delle tre statue contemporanee che si sono ispirate ad uno dei capolavori della scultura mondiale; la Statua del Cristo Velato nella Cappella Sanseverino a Napoli.
  • Sempre in Santa Maria del Sepolcro si trova uno splendido e maestoso altare barocco, in stucco bianco, costruito nel 1650 dall’artista napoletano Masillo Faiella.
  • Nel Museo Diocesano c’è una rara Bibbia miniata del 1400.
  • Dal Museo Diocesano è stato trafugato un bellissimo bastone pastorale che è finito al Metropolitan Museum di New York e che Potenza sta cercando di riavere indietro.

 

ARCHITETTURA DEL 1900 E CONTEMPORANEA

Potenza, anche per le sue contenute dimensioni di città italiana piccolo-media, è una delle città che  presenta una delle più alte concentrazioni di architettura contemporanea con forte valenza artistica. Probabilmente, una quindicina di opere, che, sempre per ragioni di brevità e di comodità, in questa sede non tratterò, ma mi limiterò a citare telegraficamente;

  • Ponte Musmeci (Musmeci Bridge), la prima opera infrastrutturale italiana ad essere dichiarata monumento nazionale. Si tratta ormai di uno dei simboli di Potenza ed è un ponte che viene studiato in molte Facoltà di Architettura in tutto il mondo, a cominciare dall’Università della California del Sud, dove insegna il professor Victor Jones, che sul ponte potentino ha scritto un libro.
  • Auditorium più Anfiteatro del Conservatorio ‘Gesualdo da Venosa’ di Potenza. Progettato da Giovanni Rebecchini. La Concert Hall è stata considerata dalle autrici di un libro sui migliori Auditorium di tutto il mondo come una delle migliori quattordici Concert Hall a livello mondiale.
  • Palazzo di Dante Benedetto Maggio, senz’altro una delle migliori testimonianze della architettura postmodern in Italia. Hanno espresso giudizi molto lusinghieri su quest’opera alcuni tra i più illustri critici italiani della architettura come Bruno Zevi, Benedetto Gravagnuolo e Gillo Dorfles.
  • Grattacielo razionalista dell’architetto Ernesto Puppo, uno delle archistar sotto il Regime Fascista.
  • Il Palazzo delle Poste Centrali firmato da Ernesto Bruno Lapadula, architetto di origine pisticcese, autore del Palazzo della Civiltà del Lavoro, il più grande monumento prodotto in Italia in epoca fascista.
  • Il Palazzo delle INA-Generali, progettato da Mario De Renzi, un altro grande architetto italiano dell’epoca fascista.
  • La Casa del Balilla da parte di Mario Ridolfi, un’altra grande firma del razionalismo negli anni del Regime Fascista.
  • Quello che chiamo lo Skinny Reale in Corso XVIII Agosto, appartenuto ad una famiglia lucana che di cognome faceva Reale.
  • Quella che chiamo la Torre Bianca e che è costituita dalla struttura che ospiterà (anzi la ospita già, ma non è ancora aperta al pubblico)  la nuova sede delle Biblioteche potentine; la Biblioteca Nazionale e la Biblioteca Provinciale (Piazza delle Regioni).
  • Il nuovo Seminario Metropolitano di Sandro Benedetti, il maggiore architetto di nuove chiese ed edifici cattolici in Italia.
  • La sede del Museo Provinciale (architetto De Franciscis).
  • La sede della Banca d’Italia, un edificio declinato in chiave neorinascimentale con delle belle loggette.
  • L’Ospedale Ortofrenico di Marcello D’Olivo, purtroppo bisognoso di urgenti interventi di restauro. Quest’opera ‘brutalista’ di grande pregio artistico è molto citata dagli studiosi specialisti in architettura del 1900, al punto tale che è inserita dalla critica architettonica tra le primissime opere del 1900 italiano tra quelle che rappresentano la corrente ‘brutalista’. 
  • Il Palazzo del Banco di Napoli, del 1913, una elegante ed imponente costruzione rivestita di pregiato marmo rosso veronese.
  • Progetto Ophelia di Marcello Piacentini al Rione Santa Maria, il più grande architetto dell’epoca prefascista e fascista in Italia, uno dei più grandi architetti italiani del 1900.

CONCLUSIONE

Come il lettore potrà constatare, mi sono limitato moltissimo in quantità e qualità in questa breve guida alla consistenza artistica di Potenza, che, riferita a quella del comune medio della Basilicata, è enorme, anche se non consideriamo, come ho fatto in questa relazione, tante altre cose del patrimonio culturale materiale ed immateriale di Potenza.

Un patrimonio che, rispetto alla consistenza media della Basilicata e dei suoi 130 Comuni, è semplicemente ed oggettivamente immenso. Non ho considerato nemmeno la storia della città, nemmeno i suoi monumenti (tranne quelli moderni della architettura del 1900), non ho considerato la tradizione letteraria e musicale (tranne che per il pianoforte di Leoncavallo, che è un bene tangibile), le sue chiese, i suoi siti archeologici, le sue testimonianze di epoca romana, tra cui tante epigrafi latine, ed altre cose ancora. Mi sono limitato solo alla pittura ed alla architettura del 1900 e contemporanea. Nonostante le tante autolimitazioni, vien fuori un profilo molto ricco ed imponente in confronto allo standard ed al valore medio del patrimonio artistico degli altri 130 comuni della Basilicata.

 

PINO A. QUARTANA

 

Nella foto; la tela del pittore fiammingo Dirck Hendricksz (1600) a San Michele Arcangelo (POTENZA) 

 

 

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