MATERA 2019 E BASILICATA TRA MEZZE VERITA’ E INTERE MISTIFICAZIONI

Il dossier su Matera del Fatto Quotidiano di giovedì 10 maggio 2018 a cura del campano (di Buccino) Antonello Caporale e del siciliano (di Catania) Pietrangelo Buttafuoco riporta alcuni stereotipi e verità, ma anche intere mistificazioni.
Una città dei Sassi d’Oro, inondata di risorse pubbliche per 295 milioni di euro,  di cui 250 milioni per Infrastrutture, così ripartite; 114 milioni al Sindaco De Ruggieri da spendere ed appaltare e 45 milioni per la Cultura ad Adduce, sindaco uscente del PD bocciato dagli elettori, nonostante abbia conseguito la candidatura della Capitale Europea della Cultura 2019.
Strano destino quello dei cittadini di Matera che bocciano sempre chi li aiuta: l’hanno fatto con Emilio Colombo (e la sua città di Potenza di cui l’ex Ministro e Presidente del Consiglio era espressione), che ha risanato i Sassi mediante l’intervento economico del dopoguerra, e poi lo hanno fatto con il Sindaco Adduce di Ferrandina per i meriti suesposti. Lo hanno fatto con il PD renziano/pittelliano, vero ed unico artefice della nomina a CEC 2019, che ha stanziato sulla carta ingenti risorse per far uscire dall’isolamento infrastrutturale e culturale la Città dei Sassi. Sforzo del tutto, o quasi, inutile perché non una sola infrastruttura sarà realizzata per il 2019. Accolto con le fanfare e pubblico giubilo lo “statista di Rignano” ha poi ricevuto alle elezioni del 4 marzo una solenne mazzata dai materani.
Il dossier del FQ contiene poi una miriade di luoghi comuni su Potenza con l’enfatizzazione della vicenda amministrativa di Vito “CemenDo” Santarsiero, della “muraglia ” del Serpentone e della capitale della finanza pubblica (solo come sede).
L’unica verità è la mancanza della Basilicata come entità unitaria, diventata per insipienza politica un coacervo di piccole patrie e mentalità “paesane”, una regione che ha perso l’occasione di intercettare la “modernità”, a partire dalla propulsione coordinata dei due poli urbani e del ruolo “direzionale e metropolitano di Potenza “.
Un territorio senza un centro di gravità, ridotto soltanto alla dipendenza assistenziale del privato dal pubblico.
La scelta di puntare sulla dimensione unilaterale del processo turistico invece che sulla dimensione culturale, per la quale si era stati premiati, ha partorito un ineffabile effetto Disneyland/Luna Park di Matera, affogando di risorse d’oro inutilizzate la città dei Sassi per 295 milioni di euro (CEC 2019). La marcia verso la gloria si sta girando, invece, nel suo esatto contrario; MT 2019 si sta dimostrando un fallimento che poco lascerà sul territorio comunale e nulla su quello regionale, un territorio sempre più dipendente dallo sfruttamento selvaggio delle risorse naturali del sottosuolo e del suolo (acqua, aria, vento, petrolio e gas). L’inconcludenza delle azioni ‘culturali’ finora messe in cantiere grazie alle ingenti risorse per Matera Capitale Europea della Cultura 2019, unitamente alla assoluta scarsezza ed alla paurosa mediocrità di idee culturali valide e di livello europeo espresse dalla Fondazione Matera 2019 ma anche dall’ambiente culturale materano nel suo complesso, sta determinando un effetto Disneyland grottesco e surreale con effetti a metà strada fra il ridicolo ed il tragico (tragico se si pensa ai soldi che si stanno dilapidando in sciocchezze varie, come quella della torre di cartone distrutta a gennaio e che ha incontrato l’ilarità e lo scherno universale). L’effimero ormai è la cifra di questo evento, che, a pochi mesi dalla inaugurazione, appare già fallimentare. Che dire, poi, della esilarante idea di far girare questo titolo per tutta la regione in modo che ogni comune lucano possa godere, così assicurano alla Fondazione, del pennacchi etto e vantarsi di essere CEC per un giorno? E che dire ancora della strampalatissima “Woodstock” dei giovani lucani? O della ancor più strampalata corsa dei ‘poveri cristi’? Tutta roba da far accapponare la pelle e da far dimettere o cacciare i cervelloni della Capitale culturale materana se solo MT CEC 2019 fosse una cosa seria; invece, non lo è mai stata. Sin dall’inizio. Fin qui la parte comica, che è la gran parte. Ma poi c’è una parte che non fa ridere, come la decisione dell’ENI di pubblicare una rivista culturale da diffondere gratuitamente, dal titolo ‘Orizzonti’, diretta da Mario Sechi, con un comitato editoriale composto da un ex direttore di quotidiani locali, da un “lobbista” nazionale espressione del PD Renziano, da un sociologo (per addomesticare i “cervelli lucani”?) e, per finire, fatto molto inquietante, dal direttore della Fondazione Matera 2019, Paolo Verri. Una presenza che dà adito ai peggiori sospetti, a cominciare dal nesso strettissimo tra Matera CEC 2019 e lo sfruttamento petrolifero intensivo della Basilicata, quello sì con risvolti veramente tragici a giudicare dal numero dei morti e degli ammalati per tumore.
Continua, dunque, l’occupazione “militare” del territorio lucano utilizzando strumenti di distrazione di massa, quali MT 2019.
Si conferma il legame tra la “medaglia” Matera CEC 2019 e l’Eni? Lo scambio tra lo sfruttamento petrolifero e la “valorizzazione” economica della Citta’ dei Sassi? E a quale prezzo ?

 

MARCO TROTTA

 

Nella foto; Piazza V. Veneto a Matera

 

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