IL PONTE ROMANO DI POTENZA

A seguito del degrado della Via Appia, regina viarum, e della scarsa manutenzione della rete viaria romana, sul finire del terzo secolo dopo Cristo, Roma avvertì la necessità di un nuovo collegamento con l’Italia meridionale per le nuove prevalenti ragioni economiche, amministrative e strategico-militari dell’Impero. Tra il 284 ed il 305 d.C. regnarono insieme come  co-imperatori Diocleziano e Massimiano che fu chiamato anche Herculius (Erculeo). Spettò ai due imperatori romani la decisione di costruire una nuova strada che prese il nome di Erculea dal nome del secondo co-imperatore Massimiano Erculio e che dopo la abdicazione dello stesso Massimiano, nel 305 d.C., venne restituita ‘ad pristinam faciem’ dal figlio Massenzio. Realizzata tra la vecchia via Appia (Appia vetus) e la Traiana adriatica, staccatasi dalla prima a Benevento, la terza via publica meridionale  seguiva un tracciato tutto interno per le zone più impervie e montagnose degli Appennini, ma, soprattutto, un tracciato tutto lucano. L’Erculea collegava l’Irpinia a Venosa (Venusia) passando per Rocchetta e Candela e poi, da Venosa, continuava per  Potenza (Potentia) e finiva quindi  per raggiungere Grumentum (in parte, l’odierna Grumento Nova). Da Grumentum, la Erculea si divaricava in due tronconi; uno raggiungeva Policoro ed il mare Jonio e l’altro si collegava alla Via Popilia presso Nerulum (l’odierna Rotonda). L’Erculea collegava, quindi, le tre più importanti città della Lucania nei lunghi secoli della dominazione romana; Venosa, Grumento e Potenza. Fu proprio in  occasione della costruzione della via imperiale Erculea che fu costruito  a Potentia (Potenza) anche il Ponte Romano, poi denominato in vari modi (Sant’Aronzio, San Vito). Il Ponte Romano sul Basento di Potenza, lungo circa 35 metri, venne costruito proprio per permettere il superamento del fiume che bagna la città. Alcuni storici hanno avanzato anche l’ipotesi che il Ponte Romano di Potenza sia, in realtà, stato costruito ancora prima, circa un secolo prima della costruzione della via Erculea, e cioè, nel II secolo e non nel III secolo dopo Cristo, allo stesso modo del Ponte Romano di Canosa in Puglia. In ogni modo, questa sopravvivenza monumentale dell’epoca romano-imperiale è composta da tre arcate che poggiano su due piloni lapidei fatti di blocchi disposti secondo la tecnica isodomica e provvisti di grappe di ferro;le pilae sono inoltre protette da robusti speroni di forma triangolare. Questi i fatti storici. Passiamo invece alle considerazioni attuali. La prima cosa da dire che lo stato del Ponte è contraddittorio. Da un lato, è un Ponte che ha passato tutto il tempo immenso che separa il terzo o il secondo secolo dopo Cristo da noi in una maniera esemplare. Il Ponte è ancora assolutamente intatto e si presenta solido e forte. Nello stesso tempo, però, ha bisogno di manutenzione ed anche di essere periodicamente ripulito, compito al quale, in mancanza di interventi di autorità ed istituzioni, evidentemente disinteressati alle cose belle ed al turismo, viene svolto periodicamente da volontari innamorati della propria città e che credono molto nel suo valore estetico e storico nonché nelle possibilità di fruizione turistica. In effetti, si tratta non solo di una delle vestigia romane a Potenza ed in Basilicata insieme alle epigrafi, al materiale contenuto nel Museo Archeologico Provinciale, alla Villa Romana di Via Parigi, al sarcofago del Palazzo Vescovile ed alla Cripta della Cattedrale, ma del solo Ponte Romano su un fiume esistente in Basilicata (dove, comunque, non è che ce ne siano tanti, anzi si contano su di una mano). Il Ponte Romano di Potenza può dirsi senz’altro, quindi, il Pone Romano più importante della regione. Pur essendo stato scelleratamente circondato da costruzioni di servizio alla zona industriale, il Ponte Romano avendo la fortuna di stare su un fiume, il Basento (il terzo fiume più lungo dell’Italia meridionale), conserva il suo fascino soprattutto in certe giornate in cui il clima gli dona una connotazione più romantica (come si evince bene dalla foto); acque che aumentano di consistenza, vento che agita le fronde e la vegetazione che lo circondano, cielo coperto). La bellezza intrinseca di un Ponte miracolosamente rimasto pressoché intatto, per quanto poco curato e circondato da edifici non adatti a valorizzarlo in pieno,  è accresciuta, infatti, proprio dagli elementi naturali; le acque e la vegetazione. Il risultato lo potete ammirare tutti in questa bellissima foto del nostro collaboratore fotografo Michele Luongo. Un’altra nota che contraddistingue il Ponte Romano di Potenza è che si tratta di un ponte di città, e non isolato in qualche remota contrada fuori mano, ma non è un ponte che sta nel centro della città, come in altri analoghi esempi  di Ponti storici, romani o medioevali, collocati nelle città storiche dell’Italia centrosettentrionale.  A differenza di alcune delle più rinomate città storiche dell’Italia centrosettentrionale, il Ponte Romano a Potenza ed il suo fiume non tagliano il centro storico. Non potrebbe essere altrimenti, vista la particolarissima conformazione orografica  di Potenza. Non c’è, quindi, qualcosa che assomigli al  Lungotevere o al Lungarno nel centro, però c’è un progetto che continua a sonnecchiare ed è quello di fare del Ponte Romano il perno di un Parco Fluviale che comprenda una vasta fascia della zona a sud di Potenza, una zona che diventerebbe davvero fortemente attrattiva turisticamente. Molto attrattiva. E’ un progetto di cui parleremo in una specifica occasione. Un’altra cosa strana, a proposito del Ponte Romano di Potenza voluto dall’Imperatore Massimiano Erculeo, è il fatto che non esiste ancora, a tutt’oggi, uno studio specifico ad esso dedicato, a differenza del già citato Ponte Romano di Canosa a cui, come dicevamo, alcuni studiosi lo accomunano. Per di più, per far capire la maniera dilettantistica e superficiale con cui il patrimonio storico-artistico viene trattato in questa regione e di come è stato trattato nei decenni passati dalla politica locale soprattutto a Potenza, nella maggior parte, per non dire in quasi tutti, dei siti internet locali che ne parlano il Ponte questo viene datato fra il 280 ed il 305 ma avanti Cristo e non dopo Cristo. Nonostante le segnalazioni da me fatte mesi fa direttamente all’ex direttore dell’APT, il sito dell’ente turistico regionale continua a tutt’oggi a riportare la data del 300 avanti Cristo e non dopo Cristo. Si tratta di una assurdità evidente; nel 300 avanti Cristo i Romani cominciavano appena ad affacciarsi in Lucania a quei tempi saldamente controllata dall’antico popolo dei Lucani. Purtroppo il sito dell’APT non è il solo che riporta questo errore madornale. Visto che la politica e le istituzioni locali, comprese quelle che dovrebbero incentivare e favorire l’incremento del flusso turistico, trattano così i nostri monumenti, cioè la nostra preziosa memoria storica è un miracolo non solo che il Ponte Romano di Potenza stia ancora al suo posto, abbastanza trascurato ma ancora sano e forte, ma che riceva anche delle visite di turisti. Queste visite potrebbero essere in misura ben maggiore, come anche per tutte le altre attrazioni di Potenza, se il Ponte ricevesse regolare manutenzione, se i capannoni della zona industriale circostante venissero spostati quel tanto che basta per non guastare il colpo d’occhio generale della zona, se fosse facilmente raggiungibile  e visitabile anche da mezzi pubblici, se il Parco Fluviale fosse già una realtà. Dunque, non possono che sorprendere i giudizi di attenti turisti come Anna, pugliese di Monopoli, che sul più grande portale di turismo, Tripadvisor scrive: “Poco curato, molta sporcizia, il ponte è meraviglioso. Un patrimonio dell’umanità non valorizzato. Che dolore al cuore!” o come quello di Enrico di Napoli, turista ben più informato di coloro (leggasi, istituzioni lucane) che dovrebbero informare i turisti, che scrive: “Antico ponte romano risalente al III sec. d.C. perfettamente conservato. Unisce le due sponde del fiume Basento. Sicuramente doveva fungere da punto di accesso alla città per chi percorreva la via Herculea che collegava la terra di Lucania al Sannio. Peccato non vengano fatti eventi per risaltare questa chicca che contraddistingue la città di Potenza”. E che dire del superinformatissimo e competente parere di un viaggiatore di grande livello come Ramingo Sud di Napoli?  “Il ponte di S. Vito è un ponte romano egregiamente ricostruito, che si trova in una zona commerciale-industriale fortemente congestionata. Si direbbe quasi fuori luogo nel contesto, a meno di non volersi far suggestionare dal contrasto: da un lato, l’antica struttura della Potenza che fu, dall’altro lato la realtà (un po’ malsana, se vogliamo) della Potenza che è. Ad ogni modo vale una visita, soprattutto per gli appassionati di architettura antica e romana. Nota storica: alcuni decenni fa stava per essere abbattuto, per fare posto alla strada che oggi scorre parallela poco a valle dello stesso. Fu l’eroica, e solitaria, resistenza di un consigliere locale a salvarlo dalle grinfie di una speculazione urbanistica, al tempo, ancora più spregiudicata di oggi”. Per concludere, riportiamo il giudizio di un turista di Venezia anche lui molto più informato e competente dei nostri burocrati del turismo regionale, che scrive: “Il ponte romano di San Vito congiunge le due rive del Basento, situato nella zona industriale della città, La struttura risale alla seconda metà del III secolo d.c. L’opera era parte integrante dell’antico percorso della Via Erculea che, attraversando la Lucania, toccava anche la città di Potenza. Il Ponte è a tre luci, a pianta rettilinea, e poggia su due piloni centrali fondati nell’alveo del fiume. I piloni, legati tra loro con grappe di ferro, sono costituiti da grandi blocchi di notevole spessore, che sopportano la spinta delle acque con speroni triangolari a monte e semicilindrici a valle. Come tutte le cose di valore della città di Potenza anche questa risulta essere trascurata. Nessuna illuminazione o segnaletica indicativa. Colpa sempre di chi governa la città”. Anche i veneziani ormai sanno che Potenza ha tante belle cose sottovalutate, ignorate e trascurate dalla propria classe politico-amministrativa.

 

PINO A. QUARTANA

 

(Nella foto di Michele Luongo; il Ponte Romano a Potenza).

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