BENVENUTA, TORRE BIANCA

 

Entro pochissime settimane (quasi sicuramente nel mese di febbraio) Potenza si arricchirà di un ulteriore contenitore culturale che sarà, al tempo stesso, anche una ulteriore attrazione architettonica e turistica. Il nome ufficiale della nuova struttura sarebbe Bibliomediateca oppure anche Palazzo della Cultura, ma è un nome troppo lungo e troppo burocratico che non stimola nulla sul piano dell’immaginario collettivo. Preannunciandone il completamento e l’inaugurazione, il sottoscritto ha cercato sui social network di dargli un altro nome; la Torre Bianca. Che sia una torre e che sia bianca (anzi, tutta bianca) è fuor di dubbio e quindi la scelta di ribattezzare il Palazzo della Cultura come la Torre Bianca ci sembra più che congruente. Potrebbe essere una nuova meta del tour turistico cittadino non solo per la bellezza e per l’eleganza estetica ma anche perché racchiuderà una quantità impressionante di libri, di quadri e di altre cose che non erano visibili prima d’ora e che quindi facevano la muffa nei magazzini e nei depositi. L’edificio è un volume spiccatamente proteso verso l’alto – una sorte di torre d’ingresso alla Città dalla parte nord, una parte di Potenza che quasi mai viene raffigurata fotograficamente – articolato su pianta ovale e via via rastremata al progredire dei nove livelli che lo compongono, in cui sono ospitate le molte attività della bibliomediateca provinciale: i depositi, le sale per la lettura e lo studio, un’avanzata mediateca, l’emeroteca virtuale, le sale speciali per la conservazione e la consultazione dei testi antichi, l’area di ristoro e i laboratori per la digitalizzazione e la produzione multimediale. Nella realizzazione dell’opera – pienamente accessibile e usabile da soggetti con diverse abilità – si è tenuto conto delle più recenti disposizioni legislative e si sono adottate le migliori e più innovative tecniche di costruzione in zona altamente sismica, di massimizzazione del rendimento energetico, di prevenzione degli incendi e di impiego di materiali di finitura di elevata resa estetica e piena bio-eco-compatibilità, aspetti per i quali si è scelto di raggiungere elevate prestazioni, in alcuni casi solo auspicate dalle stesse norme. Il miglior comportamento strutturale si è conseguito ipotizzando massime azioni dinamiche e assegnando classe d’uso delle costruzioni con funzioni strategiche importanti (che devono restare operative anche in seguito ai più gravi eventi sismici) e durata di vita nominale doppia rispetto ai valori convenzionali. Nonostante la rilevante altezza fuori terra, la struttura è stata isolata sismicamente dal suolo a partire dallo spiccato delle fondazioni, perché l’abbattimento delle azioni dinamiche riduca i danni in caso di terremoto e assicuri la funzionalità anche nei depositi, dove sono custoditi i preziosi testi dell’antica biblioteca provinciale. L’edificio è complessivamente realizzato per rimanere in piena funzionalità per almeno due ore durante un incendio, in modo che sia consentita la completa evacuazione degli occupanti e assicurata la possibilità di ricorso ai servizi di estinzione.

Sotto il profilo del risparmio energetico, l’involucro è ispirato ai criteri di naturale difesa dal caldo in estate e di buon isolamento dal freddo invernale: nelle pareti è realizzato con sistema interno di ventilazione naturale e le facciate continue trasparenti sono munite di speciali vetri con prestazioni differenziate, congegnate per assorbire minori quantità di luce solare come difesa all’irraggiamento e alta capacità di trattenere la radiazione termica solare e di ridurre le dispersioni nelle zone in cui tale caratteristica si rivela utile; la facciata più esposta è riparata da frangisole in alluminio, dimensionati per tenere in ombra la superficie vetrata nelle ore più critiche e per lasciare entrare i raggi solari, invece, nel periodo invernale. I servizi sono collegati ad impianti di produzione di acqua calda prodotta da impianti solari integrati nel tetto, mentre sono stati utilizzati materiali d’isolamento termico delle tubazioni in base alle norme più restrittive. Vi sono sistemi di contabilizzazione separata del calore e dotazione di componenti per la razionalizzazione e l’interconnessione dei funzionamenti. L’articolazione del funzionamento della centrale e dell’impianto termico avviene mediante circuiti idraulici differenziati fra loro in base alle temperature più idonee e rispondenti alle necessità degli ambienti e dei terminali in essi installati, impostazione che permette di migliorare in modo rilevante le prestazioni dell’impianto. Si tratta, di un edificio ‘intelligente’ ove, a fronte dell’alta qualità dell’opera, decisamente contenuti saranno i consumi di combustibile e di energia elettrica, con conseguente classificazione energetica per l’edificio di alta performance. L’alto grado tecnologico e la rete dati consentono il controllo remoto degli impianti, la razionalizzazione degli utilizzi e la gestione della bibliomediateca mediante sistemi di building automation. Sull’aspetto estetico non c’è molto da dire perché la bellezza della struttura è evidente agli occhi. L’idea di un corpo semicircolare, dove risalta l’eleganza e la fine linearità della superficie vetrata (tanti mq di vetri speciali), ed al centro del quale si erge la Torre vera e propria di nove piani è un’idea che assegna la Torre Bianca al novero delle opere neorazionaliste. L’assenza di decorazioni e lo stretto legame tra forma e funzione fanno propendere decisamente per questa assegnazione. Bisogna dire che c’è una accentuazione verso la versione più nordica del neorazionalismo. Le bellissime vetrate, Il contesto abbastanza green che circonda l’edificio, la qualità dei materiali danno subito questa idea. Con un laghetto di cigni davanti, cioè nello spiazzo antistante dove comunque c’è l’erba, il quadro estetico nord-europeo sarebbe stato riproposto perfettamente. Bisogna anche dire che non tutte le opere architettoniche devono il loro successo o la loro popolarità al nome dell’architetto o dell’ingegnere che le hanno progettate. Una prova in negativo ce l’abbiamo proprio a Potenza. Basti pensare al restyling di Piazza Prefettura ad opera di Gae Aulenti, un restyling che ha prodotto infinite polemiche ed al quale il potentino non si è mai abituato. Non l’ha mai accettato per cui il potentino non vede l’ora che una illuminata amministrazione rimetta in piazza i vecchi lampioni ottocenteschi e non fa niente che il ripristino non possa contare su un nome fortemente quotato della architettura contemporanea come quello della Aulenti. La Torre Bianca è una struttura, ed alla Provincia di Potenza ci tengono orgogliosamente a rimarcarlo, che dona a Potenza un qualcosa che è alla assoluta avanguardia anche in ambito nazionale. Se finora abbiamo parlato del contenitore, ora bisogna passare a descrivere quale sarà il suo contenuto. A questo proposito vale la pena di ricordare che i lavori sono stati eseguiti nonostante le gravi difficoltà finanziarie provocate dalla modifica introdotta all’assetto istituzionale italiano – la Provincia di Potenza, d’intesa con la Regione Basilicata, ha proposto al Segretariato Regionale del MiBACT di riunire le biblioteche di Potenza, di rispettiva competenza, sotto i profili funzionale e gestionale, per valorizzare il comune patrimonio librario e migliorare il servizio offerto ai Cittadini.

L’iniziativa è stata prontamente sostenuta dal Ministero, che auspica l’adozione di piani di razionalizzazione dei propri istituti culturali, anche mediante accordi con altri soggetti pubblici, coi quali condividere nuove strategie e obiettivi specifici. Si è pertanto stabilito di sperimentare un’inconsueta forma d’intesa istituzionale, finalizzata al miglioramento dell’offerta bibliografica e al potenziamento delle azioni di tutela e conservazione del patrimonio librario documentario, locale e nazionale, attraverso sinergie professionali e strumentali dei soggetti coinvolti. La città sarà così dotata di un servizio bibliotecario pubblico più efficiente e integrato, che costituirà un valido strumento di crescita per la collettività, ai cui bisogni potrà rispondere garantendo ampia fruibilità del patrimonio librario e del materiale documentale e informativo, che costituiscono le basi per l’esercizio pieno e consapevole dei diritti di cittadinanza, come raccomandato dal Manifesto Unesco sulla biblioteca pubblica. Al polo culturale così costituito si destinerà il moderno edificio della Torre Bianca, posto in posizione urbana strategica, di grande qualità architettonica e tecnologica. Tornando un attimo all’aspetto tecnologico, questi sono i numeri della Torre Bianca.

Piani; nove della Torre vera e propria e 3 del corpo semicircolare;

–          42 isolatori sismici elastomelici e 8 a scorrimento

–          2500 metri cubi di calcestruzzo per le strutture

–          448.000 kg. di acciaio di armatura

–          5.240 mq. di solai con armatura prefabbricata in rotoli

–          100 anni di vita utile con destinazioni d’uso differenziabili

–          1500 mq di parete ventilata per il risparmio energetico

–          670 mq. di facciata continua in vetro speciale

–          50% di copertura del fabbisogno di energia termica per acqua calda sanitaria con solare termico

–         Classe A di efficienza energetica

La Torre Bianca sarà una nuova attrazione non solo per il contenitore, ma ovviamente anche per il contenuto. Raccoglierà in questa mega-struttura la Biblioteca Nazionale di Potenza (una delle dieci Biblioteche Nazionali esistenti in Italia), la Biblioteca Provinciale di Potenza ed in più tutta una vasta serie di collezioni di documenti (incunaboli, cinquecentine, libri) che giacevano nei depositi ed in più, cosa che ci fa un enorme piacere perché ‘Potentia Review’ ha fatto conoscere questa ricchezza artistica ai potentini ed ai non potentini, la Galleria Albert Jay Friscia finora allocata (molto male allocata in forma dispersiva e non degna del suo valore) nei vecchi locali della Biblioteca Nazionale di Via del Gallitello. Noi continuiamo sempre a pensare che per la gran parte della produzione artistica del’artista newyorkese, che sta quasi tutta a Potenza, ci voglia un Museo specifico. Però, intanto ora finalmente la Friscia Gallery ha una sua sistemazione più che dignitosa. Ricordiamo, ancora una volta che Friscia si può considerare uno dei 200 più importanti pittori e scultori della quattrocentennale storia degli Stati Uniti d’America. Inoltre, con tutti i servizi che la Torre Bianca ospiterà al suo interno, essa diventerà un luogo di ritrovo ideale per i giovani ma non solo per i giovani, tanto più in una città climaticamente ‘nordica’, molto fredda, come Potenza.

P.a.Q.

 

 

 

 

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