IL PALAZZO DELLA BANCA D’ITALIA DI POTENZA

La decisione di istituire una succursale o una sede periferica della Banca d’Italia a Potenza risale al 23 luglio 1865 all’indomani di quella di Teramo del 18 giugno la quale dette il via alla serie di delibere con le quali si istituirono otto sedi della Banca Nazionale nelle province meridionali. La motivazione di quella ondata di atti istitutivi dopo l’espansione territoriale decisa nel 1861 e interamente realizzata che aveva interessato undici capoluoghi del Mezzogiorno continentale e delle isole (tra i quali Napoli e Palermo con due sedi) vanno ricercate nelle intenzioni della Banca Nazionale di vedersi assegnato il servizio di Tesoreria provinciale dello Stato su tutto il territorio nazionale; un obiettivo questo che allora sembrava a portata di mano in connessione con i progetti di fusione con la Banca Nazionale Toscana. Dichiararsi disposta ad espletare un servizio pubblico aprendo succursali che non potevano certo chiudere i loro conti in attivo entro breve tempo serviva allora ad acquisire meriti nei confronti del Governo e del Parlamento e legittimare anche per tale via la candidatura al ruolo di Banca unica di emissione. Il 25 settembre dell’anno precedente, il Consiglio Provinciale di Basilicata nell’emettere un “voto per l’istituzione d’un Banco succursale nel capoluogo” aveva assimilato l’estensione territoriale della Basilicata a quella della Toscana. Gli uffici della filiale di Potenza si trovano in un edificio che venne costruito tra il 1936 ed il 1937 al posto di uno stabile dapprima affittato e poi venduto alla Banca d’Italia dalla famiglia Viggiani. L’edificio è in posizione centralissima. Si affaccia su Via Pretoria e su Piazza Matteotti (già detta Piazza sedile) e su Via XX Settembre. Il progettista fu l’architetto Vincenzo Munari. Il fabbricato si inserisce nel densissimo tessuto urbano ignorando, sia per impostazione planimetrica sia per linguaggio architettonico, le preesistenze ambientali. Appoggiandosi per un brevissimo tratto all’elegante edificio neoclassico di proprietà del Comune su Piazza Matteotti oggi palazzo del Consiglio Comunale (ex Casa del Fascio), ne segue l’orientamento della facciata, creando conseguentemente, con il fronte ortogonale a essa, su Via Pretoria, uno slargo irregolare che è riservato all’ingresso al pubblico. Gli uffici della Banca occupano il piano rialzato, il piano ammezzato ed il piano seminterrato. I due ultimi piani sono adibiti ad alloggi. Questi ultimi piani hanno una pianta a ‘L’ con le ali su Via Pretoria mentre la parte basamentale della costruzione occupa l’intero isolato scostandosi di poco dall’edificio neoclassico adiacente. Al piano rialzato gli uffici con funzione rappresentativa sono disposti a croce. In chiara successione assiale si trovano ingresso, atrio, sala del pubblico, uffici. La forma architettonica dell’edificio è rappresentativa di quell’eclettismo che riecheggia, accanto a motivi neomedioevali, alcuni aspetti esteriori del 1400 fiorentino. Né l’architetto ha disdegnato l’inserimento, nello scuro bugnato basamentale di Via XX Settembre, di un elegante portale marmoreo che si adorna di due belle e slanciate colonne doriche.
Il disegno accurato dei particolari decorativi in pietra scura culminanti nel motivo, ricorrente su ogni facciata, del balcone con forte balaustra di pietra, sorretto da mensoloni e sormontato da una loggia, fa spicco sulle superfici di candido intonaco dell’edificio. Un cornicione conclude superiormente il fabbricato. Particolare interesse suscita il prospetto su Via XX Settembre per quanto riguarda il corpo basso dell’edificio sul quale in corrispondenza dell’archivio sul piano ammezzato si apre dal bugnato basamentale all’architrave una vetrata scandita da una serie di pilastri sui quali continua il rivestimento a bugne della parte inferiore. Laddove è meno pressante l’esigenza di rappresentatività si avverte il tentativo di mediazione tra il gusto eclettico del periodo in cui fu costruito (il 1937) ed i principi del razionalismo che venivano allora più o meno lentamente assimilati.

P.a.Q.

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