POTENZA, LA PEYTON PLACE ITALIANA?

 

Attenzione. Questo articolo è stato scritto agli inizi del 2007 e viene ripubblicato nella sezione ‘Reprint’ (fu pubblicato nel numero di ‘Lucania Finanza del primo trimestre del 2007).

 

Tra il 2006 ed il 2007, Potenza era al centro della attenzione mediatica nazionale. Si usciva la mattina di casa per comprare il giornale e sui maggiori quotidiani nazionali si poteva leggere immediatamente un titolo a caratteri cubitali ed a nove colonne sugli arresti di Woodcoock (ricordate, per esempio, l’inchiesta Vallettopoli con l’arresto di Vittorio Emanuele di Savoia, che fu rinchiuso proprio nel nostro carcere cittadino?) e della ‘giustiziera’ Procura di Potenza. Si accendeva il televisore di sera e ci si imbatteva nel programma della Sciarelli circa il caso Elisa Claps.

A Potenza da diversi mesi stanno succedendo delle cose inedite. Ma anche molto contraddittorie. Da qualsiasi punto di vista si giudichi la capitale lucana, ci si accorge che la città non è più quella di prima. Nel bene e nel male. L’immagine di Potenza non è più quella a cui eravamo stati abituati da decenni, da generazioni, sin da bambini. Ma i cambiamenti avvertibili dai potentini, quelli che abitano a Potenza, ma ancor di più dai potentini che a Potenza ci tornano solo di tanto in tanto risuonano ormai ben al di là dei confini cittadini. O regionali. Quest’anno Potenza è diventata davvero l’icona della italiana della giustizia, come dire?, ‘giustizialista’ (ovviamente il termine non è del tutto adeguato e non ci piace, ma rende l’idea, la città-simbolo del riscatto della Giustizia in Italia, al pari di Milano e di Palermo. Ma anche qui con paradossali contraddizioni. Simbolo del riscatto della giustizia vera contro i potenti d’Italia, nuova versione di Mani Pulite (Vallettopoli ed altre inchieste del pm Woodcock), ma, purtroppo, al tempo stesso, anche del malaffare locale più torbido ed inquietante di cui parla continuamente una trasmissione popolarissima a livello nazionale come “Chi l’ha visto?”. Ma cosa è diventata veramente oggi questa città? Quale immagine trasmette veramente al resto dell’Italia? E quale è veramente la sua realtà? Che messaggio trasmette agli italiani? Questi ultimi, che, forse, neanche sapevano bene dove la nostra antica città si collocasse geograficamente, ormai ne conoscono attraverso la televisione e la grande stampa nazionale le vie così come i misteri e le contraddizioni. Certo è che la popolare trasmissione di Federica Sciarelli la sta facendo somigliare sempre più alla Peyton Place italiana, la piccola città di provincia apparentemente tranquilla e dolce che, in realtà, nasconde un quadro fosco ed inquietante. Qual è la realtà, qual è la finzione? Non lo sappiamo più, non siamo più sicuri di saperlo. Forse, non lo sa più nessuno. Ma quest’anno sono emerse anche novità epocali ed altre contraddizioni. Al quadro fosco, dominato da una invisibile cupola o dal forte sospetto della presenza di una invisibile cupola all’interno della quale si intrecciano o si intreccerebbero indicibili legami trasversali di malaffare cui parteciperebbe o avrebbe partecipato finanche parte della stessa magistratura locale (in totale contraddizione con lo spirito e con l’immagine del più famoso gruppo di magistrati potentini, Woodcock in testa), se ne contrappone un altro del tutto positivo, caratterizzato, per la prima volta nella storia di questa città e di questa regione, dall’emergere, del tutto inatteso, di una vera società civile che protesta e che si ribella a voce alta scendendo in piazza ed a viso aperto contro l’eterno feudalesimo di questa terra (la Basilicata, il Sud…). Cittadini potentini che per la prima volta si collegano ai movimenti di protesta della società civile e di difesa della legalità ormai attivi in tutta Italia. La sorpresa angosciata con cui si prende amaramente atto della consolidata realtà della criminalità locale, la quale infrange decennali autocelebrazioni retoriche sulla Lucania (o Basilicata), contrabbandata come regione felice e diversa, viene positivamente compensata da una maturazione e da una crescita democratica di vaste fasce della società civile lucana e potentina, in modo particolare, fenomeno che ancora un anno fa sarebbe stato semplicemente impensabile.

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