L’EX CONVENTO DI SAN FRANCESCO

Un passaggio-chiave che bisogna affrontare per conoscere la storia di Potenza e, in particolare, la sua ricca storia  medioevale, è senza alcun dubbio quello riguardante la Chiesa di San Francesco e ciò che rimane dell’antico suo convento. Molto è stato scritto su questo incredibile manufatto architettonico, spesso affrontando anche la questione relativa ad alcuni miracoli che si manifestarono in modo particolare durante il periodo della sua costruzione, dal 1265 al 1274. In questo breve articolo non parleremo della storia della chiesa, già affrontata ampliamente precedentemente, ma analizzeremo alcuni dati relativi alla struttura dell’ex convento francescano. L’architettura dell’ex complesso conventuale oggi va valutata per alcuni aspetti, a dir poco, rilevanti, che ci fanno comprendere non solo la grandezza dell’opera; essi sono fondamentali anche per la stesura della storia di tutto il tessuto urbano della città. L’architettura della chiesa di San Francesco, e dell’ex convento possiede una sua storia molto travagliata, determinata spesso da tutta una serie di avvenimenti; in primis quelli tellurici, che hanno nei secoli letteralmente sconvolto il volto  non solo della chiesa, ma dell’intera città. L’opera dell’uomo, come abbiamo già detto più volte, ha fatto il resto, ma rivolgendo il suo sguardo più alla struttura conventuale che a quella della Chiesa, visto che, nel periodo che va dai primi anni del 1800 fino alla prima metà del 1900, è quella che ha subito maggiori stravolgimenti. Se consideriamo l’area dell’ex convento, che è la stessa che oggi occupa il palazzo della Prefettura, ci rendiamo conto dell’immensità dell’opera. Osservando questi disegni, tratti da un manoscritto presumibilmente del 1816, noteremo anche la complessità che aveva il convento, fino a quella data. Le celle dei frati, i depositi per le masserizie, le stalle, il giardino interno (sulla sinistra) ci fanno rendere conto di tutto ciò. Nei disegni viene ben evidenziato anche il chiostro (sulla destra), con la sua struttura a due livelli. Grande è l’importanza di questo documento, anche perché noterete in alto il progetto redatto per la trasformazione a tribunale dell’intera struttura nel 1809, in occasione della soppressione napoleonica di tutti gli ordini monastici e conventuali. Tornando alla struttura originaria del 1265, va detto che, per quel periodo, non era solo uno dei conventi in assoluto più estesi e ben realizzati (almeno in Lucania), ma offriva già nel Medioevo un contributo notevole alla sopravvivenza della popolazione di Potenza, non solo come rifugio, ma anche come  ‘linea difensiva’ in caso di attacchi esterni. Questo perché il perimetro del convento coincideva con quello delle antiche mura medievali. Analizzando nel dettaglio i disegni, il lettore noterà due dati fondamentali. Sulla sinistra guardando il disegno, si evidenzia il lato del chiostro che oggi tutti noi ammiriamo trovandoci ad osservare frontalmente la Chiesa di san Francesco. Sulla destra si nota la struttura più grande, con la parte di muratura che, per intenderci, guarda verso l’attuale via Mazzini. Ebbene, quel tratto di struttura (noterete che la murazione è più ampia in basso), che poi è divenuta sede del vecchio Tribunale di Potenza, ancora oggi nasconde uno dei resti delle antiche mura medievali. Altro dato da sottolineare è come nel 1816 fosse ancora integro il chiostro, che costruito inizialmente nel 1265, fu successivamente ristrutturato  dal conte Guevara nel 1500 con uno stile tipicamente rinascimentale. Nel secolo scorso un terremoto e un successivo incendio minarono la struttura del chiostro in modo tale che se ne decise così la demolizione. Poi, nel 1940, un ulteriore crollo demolì parte dell’attuale ala superstite del chiostro corrispondente al portichetto esterno verso il campanile. Oggi tutto questo andrebbe riproposto e rivalutato sulla base di ciò che ne rimane. Come, ad esempio, il fronte opposto al chiostro attuale, dove le arcate del 1500 sono ad oggi “occultate” nella muratura dell’ex tribunale. Nel 3D su Potenza medievale, che sto curando da tempo e con grandi sforzi tutto questo verrà fuori.

DOMENICO VIGGIANO

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