La questione del divario salariale tra uomini e donne in Svizzera rimane al centro del dibattito sociale, alimentando riflessioni su equità, rappresentatività e sulle reali cause di questa differenza. Per comprendere appieno la situazione, è essenziale analizzare i dati ufficiali, le stime più recenti e le interpretazioni degli esperti, cercando di distinguere tra gap dovuti a fattori oggettivi e quelli (eventuali) imputabili a discriminazione di genere.
Lo stipendio medio femminile in Svizzera: le cifre aggiornate
Il salario medio in Svizzera nel 2025 si attesta attorno ai 6.502 CHF al mese secondo le statistiche più recenti, mentre il valore medio per l’anno precedente era di circa 6.788 CHF secondo il rapporto Early. Tuttavia, questi valori rappresentano una media generale e non tengono conto delle differenze di genere che sono invece molto rilevanti per il tema in analisi.
Studi ufficiali evidenziano che le donne guadagnano mediamente il 9,5% in meno degli uomini, una percentuale in calo rispetto agli anni precedenti (10,8% nel 2020 e 11,5% nel 2018). Questo dato riconferma la presenza di una disparità, anche se in diminuzione. Su valori assoluti, si calcola che la differenza mensile si aggiri attorno ai 700–1364 CHF in meno per le donne, a seconda della fonte e dell’anno preso a riferimento. L’importanza di specificare se il dato sia riferito al salario medio o alla mediana è cruciale per una corretta interpretazione. Ad esempio, il divario calcolato dall’Ufficio federale di statistica si attesta al 9,5% sul salario medio, e un valore del 7,8% resta “inspiegabile” ovvero non giustificato da variabili come formazione o settore lavorativo.
Come si spiega il divario: tra fattori oggettivi e la discriminazione
Secondo la maggior parte delle analisi economiche, la differenza di stipendio tra donne e uomini non può essere attribuita esclusivamente alla discriminazione diretta. Le cause principali includono:
- Istruzione e livelli di formazione
- Esperienza lavorativa e età anagrafica
- Tipologia di ruolo ricoperto e livello di responsabilità
- Settore di impiego (banche, sanità, industria…)
- Diffusione del part-time tra le donne rispetto agli uomini
- Dimensioni e politiche aziendali del datore di lavoro
Come sottolinea la professoressa Conny Wunsch, docente di economia del lavoro a Basilea, “la sola cifra di 700 franchi al mese non è significativa, perché una differenza di stipendio non implica automaticamente una discriminazione salariale”. Analisi approfondite che confrontano lavoratori e lavoratrici a parità di mansione e condizioni evidenziano che, ad oggi, in Svizzera quasi nessuna società supera la soglia di tolleranza del 5% di divario imposta dalle regole sulla parità retributiva, secondo quanto emerso dalle verifiche obbligatorie per le grandi aziende.
La parte “inspiegabile” del divario, ovvero quella che resta dopo aver neutralizzato tutte le variabili oggettive, si aggira attorno al 7,8% e viene monitorata dal governo attraverso iniziative e strategie di lungo termine come il Piano nazionale per la parità, con l’obiettivo di eliminare del tutto la disparità entro il 2030.
Le implicazioni economiche e sociali della disparità
Il salario più basso delle donne rispetto agli uomini ha ripercussioni che vanno ben oltre la semplice dimensione retributiva. Le conseguenze più evidenti comprendono:
- Una minore autonomia finanziaria delle donne durante l’intera vita lavorativa
- Un impatto negativo sulle rendite pensionistiche e sulla previdenza per la vecchiaia
- Una maggiore vulnerabilità a fattori di esclusione sociale
- Ostacoli alla piena realizzazione professionale
La riduzione progressiva del divario negli ultimi anni indica che le politiche di sensibilizzazione e di monitoraggio stanno avendo un effetto positivo, ma la situazione resta critica soprattutto per alcune fasce demografiche e settori lavorativi. Il divario aumenta con l’età e raggiunge il picco prima del pensionamento, amplificando la forbice tra i generi.
Parzialità statistica e peculiarità del mercato svizzero
Un altro elemento spesso trascurato è la rappresentatività dei dati. In Svizzera, la percentuale di donne che lavorano a tempo parziale è di gran lunga superiore a quella degli uomini, condizionando il valore medio delle retribuzioni femminili. Le statistiche ufficiali, inoltre, considerano talvolta solo i contratti a tempo pieno, offrendo una visione parziale del fenomeno.
Va considerato che il mercato del lavoro svizzero (mercato del lavoro) è caratterizzato da:
- Alti livelli di competitività e richiesta di competenze
- Diversificazione settoriale: dalla finanza alle biotecnologie, dai servizi alla manifattura
- Sistemi di contrattazione collettiva decentrati e variabili per cantone
I salari minimi non sono uniformi a livello nazionale: ad esempio, Ginevra e Zurigo presentano livelli di retribuzione più elevati rispetto ad altri cantoni meno sviluppati economicamente. Nelle grandi aziende, la prassi di condurre analisi obiettive sulla parità salariale ha reso più trasparente il quadro, riducendo i margini di discrezionalità e favorendo una cultura aziendale inclusiva.
Stipendi svizzeri nel contesto europeo
Il livello medio degli stipendi svizzeri (salario) rimane tra i più elevati d’Europa, tanto che il divario di genere, pur presente, non assume caratteristiche drammatiche come in altri Paesi, ma comporta comunque effetti inaccettabili in termini di giustizia sociale e pari opportunità.
Interventi istituzionali e prospettive future
Il governo svizzero ha messo in campo misure concrete per combattere il gender pay gap, come la strategia nazionale per la parità, che si pone l’obiettivo di eliminare la disparità entro il 2030, promuovendo iniziative volte a:
- Favorire una maggiore accessibilità alle posizioni di responsabilità per le donne
- Facilitare la conciliazione tra vita lavorativa e familiare
- Incrementare la trasparenza salariale all’interno delle aziende
- Rafforzare la formazione specialistica per le lavoratrici
Le imprese, specialmente quelle di maggiore dimensione, sono regolarmente tenute a dimostrare il rispetto delle regole di equità retributiva attraverso analisi interne obbligatorie. La soglia di tolleranza per il divario retributivo, fissata dal governo al 5%, è raramente superata, mostrando che la discriminazione diretta è ampiamente contenuta. Tuttavia, resta una quota di disparità definita “strutturale”, generata da cause indirette e ascrivibile a meccanismi sociali e organizzativi che meritano ulteriore monitoraggio e intervento.
In sintesi, il salario medio femminile in Svizzera è ancora inferiore a quello maschile, un divario che si riduce gradualmente nel tempo ma che persiste e risente di numerose variabili. La discriminazione, seppur presente in misura marginale e contenuta dalle normative, lascia spazio ad altre cause, legate soprattutto alle scelte professionali, ai percorsi di carriera e alla struttura del mercato del lavoro. L’impegno politico e sociale è alto e tende ad aumentare la consapevolezza pubblica e a favorire una progressiva realizzazione della parità retributiva.