Attenzione ai tuoi soldi: ecco cosa significa avere un credito illiquido e perché potrebbe bloccarti

Avere a che fare con un credito illiquido può diventare un vero ostacolo nella gestione delle proprie risorse finanziarie. Il concetto, spesso poco compreso da chi non ha familiarità con il linguaggio giuridico o bancario, ha implicazioni dirette sulla capacità di agire, investire e, soprattutto, recuperare il proprio denaro quando è necessario. Questa condizione finanziaria non riguarda semplicemente la disponibilità immediata di somme, ma coinvolge anche la chiarezza giuridica e contabile dei diritti di credito.

Definizione e natura del credito illiquido

In ambito giuridico, un credito viene definito illiquido quando l’ammontare non è esattamente determinato o determinabile nell’immediato, come accade frequentemente nei casi di risarcimento danni da sinistro stradale oppure per controversie relative a inadempimenti contrattuali. Di fatto, il credito illiquido è quello di cui non si conosce la cifra finale, e questa deve essere stabilita da un giudice o concordata tra le parti coinvolte. L’opposto è il credito liquido, il quale consiste in una somma di denaro definita e certa, che permette al creditore di agire con facilità per ottenere quanto dovuto.

Nel linguaggio economico e bancario, invece, si definisce illiquido anche il capitale vincolato a lungo termine: ciò che non è prontamente disponibile, come nel caso di alcune attività finanziarie con scadenze prolungate o investimenti immobili.

Che problemi crea il credito illiquido

Possedere un credito illiquido può essere molto problematico per diverse ragioni. Prima di tutto, il titolare di questo credito non può agire immediatamente per la sua riscossione; infatti, fino a quando non vi è la determinazione definitiva dell’importo da parte di un giudice o tramite accordo scritto, ogni intervento risulta sospeso. Questo comporta una evidente impossibilità di utilizzazione del credito per investimenti, pagamenti o qualunque esigenza finanziaria urgente.

  • Rischio di blocco delle azioni esecutive: un credito illiquido non può essere oggetto di pignoramenti o decreti ingiuntivi fino a quando non diventa liquido e quindi precisamente quantificabile.
  • Impossibilità di valorizzazione immediata: il credito non può essere ceduto, cartolarizzato o utilizzato come garanzia presso istituti finanziari, riducendo la flessibilità patrimoniale del soggetto che ne è titolare.
  • Difficoltà nel recupero: il processo di quantificazione può essere lungo e costoso; in caso di contenzioso, è necessario attendere la pronuncia di un giudice, con tempi che spesso si prolungano per mesi o anni.
  • Impatto sulla pianificazione finanziaria: non sapere quando, e in che misura, si potrà incassare la somma spettante, complica la visione strategica delle proprie finanze personali o aziendali.

Credito illiquido e procedure giudiziarie

La questione del credito illiquido è particolarmente rilevante ogniqualvolta sia necessario intraprendere una azione esecutiva per il recupero delle somme dovute. Dal punto di vista processuale, infatti, non si può procedere finché il credito rimane incerto.
Un esempio tipico è quello delle fatture contestate: chi riceve un decreto ingiuntivo per il pagamento di specifiche fatture può opporsi se dimostra che il credito è illiquido o infondato. In tal caso, allegando le contestazioni e facendo valere l’incertezza dell’importo, il debitore può chiedere al giudice la sospensione dell’esecuzione e avviare una fase di approfondimento che porterà, se necessario, a una sentenza definitiva. Questo rappresenta una tutela per chi è chiamato a pagare somme non giustificate, ma allo stesso tempo espone il creditore al rischio di vedere prolungati i tempi di recupero.

Illiquidità nelle polizze assicurative e investimenti finanziari

Non mancano casi in cui la questione della illiquidità coinvolge prodotti finanziari o assicurativi. Si pensi, ad esempio, ai risparmiatori titolari di polizze vita che, in caso di crisi dell’ente emittente, si trovano davanti a blocchi nei riscatti e versamenti sospesi. Questa situazione trasforma il loro credito in illiquido: la somma spettante è incerta o, anche se nota, non è disponibile fino a che non vengono rimosse le restrizioni. Gli effetti sono spesso pesanti, perché si viene privati della possibilità di gestire il proprio denaro nei tempi e nei modi pianificati, talvolta per ragioni completamente indipendenti dalla propria volontà.

Cosa fare se sei titolare di un credito illiquido

Affrontare la situazione di avere un credito illiquido richiede attenzione e consapevolezza degli strumenti a disposizione. La prima operazione da compiere è ottenere la determinazione del credito: nel caso di controversia, occorre rivolgersi a un avvocato esperto, avviare la causa civile e attendere la quantificazione dal giudice, oppure cercare un accordo scritto con la controparte. La tempestività nel valutare la situazione è essenziale per non rischiare la prescrizione o perdite ulteriori.

  • Documentazione completa: raccogliere e conservare con attenzione tutti gli atti, contratti, comunicazioni e prove (incluse mail e corrispondenza) che possano attestare il diritto al credito.
  • Verifica dell’esigibilità: in molti casi il credito può essere anche inesigibile, cioè subordinato a termini o condizioni non ancora verificatesi, ulteriore fattore che ne impedisce il recupero immediato.
  • Accordi transattivi: talvolta è possibile giungere a una transazione che liquidi il credito, anche con una somma inferiore rispetto a quella inizialmente richiesta, pur di ottenere lo sblocco e la disponibilità effettiva.
  • Tutela legale: non trascurare le possibilità di opposizione nelle procedure giudiziarie e nemmeno la difesa rispetto a eventuali azioni sproporzionate da parte dei creditori; ignorare i decreti o pagare importi non dovuti senza verifica può aggravare la situazione finanziaria personale.

Implicazioni pratiche e strategiche per privati e aziende

Per chiunque, privato cittadino o azienda, la gestione dei crediti illiquidi costituisce una questione da non sottovalutare. Il rischio principale è la paralisi delle risorse: non potendo disporre delle somme vantate, si è costretti a rinviare investimenti, pagamenti e anche strategie di crescita. In ambito aziendale, la presenza di crediti illiquidi in bilancio può compromettere gravemente indicatori come la liquidità e la solvibilità, con ricadute negative anche sul rapporto con le banche o gli investitori.

Un ulteriore elemento di attenzione riguarda la cessione dei crediti: finché questi rimangono illiquidi, risulta impossibile venderli a società di recupero o cartolarizzazione, limitarne l’impatto patrimoniale e liberare risorse. Solo una tempestiva liquidazione, ottenuta tramite accordi o sentenze, consente di ripristinare fluidità e operatività finanziaria.

Comprendere in profondità la natura del credito illiquido e le sue implicazioni permette di tutelare i propri interessi economici e minimizzare il rischio di immobilizzazione patrimoniale. Per questo, agire tempestivamente e con consapevolezza rappresenta la strada più sicura verso una gestione finanziaria efficace e protetta nel tempo.

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