Hai una colf o una badante? Ecco tutti i permessi che possono chiedere

Nel momento in cui si decide di affidarsi all’aiuto di una colf o di una badante, sia per la gestione domestica che per l’assistenza a persone fragili, è fondamentale conoscere a fondo quali permessi spettano loro per legge. Essere al corrente dei diritti previsti dal Contratto Collettivo Nazionale sul Lavoro Domestico non solo tutela la lavoratrice ma previene anche conflitti, garantendo trasparenza e correttezza nell’ambiente familiare. I permessi sono strumenti che garantiscono un equilibrio tra la vita lavorativa e personale della colf o della badante, spesso impegnata in mansioni delicate, psicologicamente ed emotivamente coinvolgenti. Analizziamo in dettaglio le tipologie di permessi più rilevanti, la loro gestione pratica e le ultime novità previste.

Permessi retribuiti: visita medica, ricongiungimento e rinnovo permesso di soggiorno

Tra i diritti più importanti di una badante regolarmente assunta rientrano i permessi retribuiti, utili per fronteggiare esigenze personali o familiari imprescindibili e per ottemperare a obblighi legali legati al soggiorno. Nello specifico, la lavoratrice ha diritto a richiederli per:

  • Visite mediche: per sottoporsi a controlli preventivi o specialistici, sia personali che per figli a carico.
  • Ricongiungimenti familiari: qualora abbia necessità di recarsi presso ambasciate o uffici pubblici per la gestione di pratiche relative ai propri familiari.
  • Rinnovo del permesso di soggiorno: uno dei permessi più richiesti, fondamentale per chi lavora legalmente come collaboratore domestico e si trova a dover gestire le pratiche di rinnovo documentale presso le autorità competenti.

Per quanto riguarda la quantità annuale dei permessi retribuiti, le regole dipendono dal tipo di rapporto:

  • Badante convivente full-time: ha diritto a 16 ore annue di permessi retribuiti.
  • Badante convivente part-time (fino a 30 ore settimanali): il diritto si riduce a 12 ore annue.
  • Badante non convivente (fino a 30 ore settimanali): anche in questo caso si tratta di 12 ore annue, distribuite sul monte orario lavorato.

Per rapporti inferiori alle 30 ore, tali ore vanno proporzionate rispetto alle ore effettive di lavoro svolte settimanalmente. È importante ricordare che, per ottenere questi permessi, la badante deve presentare al datore di lavoro la documentazione che ne giustifica la richiesta, come certificati medici o prenotazioni presso gli uffici pubblici coinvolti.

Permessi straordinari: maternità, paternità e Legge 104

Oltre ai permessi ordinari, la normativa italiana prevede permessi straordinari specifici nei casi di maternità, paternità e assistenza a familiari con disabilità.

Maternità

La badante in gravidanza ha diritto obbligatorio all’astensione dal lavoro nei 2 mesi precedenti alla data presunta del parto e nei 3 mesi successivi. In tale periodo, la lavoratrice percepisce un’indennità specifica, secondo quanto previsto dal INPS, e il posto di lavoro rimane garantito.

Paternità

Anche il lavoratore maschio assunto come badante, in caso di nascita di un/a figlio/a, può beneficiare di 10 giorni retribuiti di permesso di paternità obbligatoria, cui può aggiungere in modo facoltativo un ulteriore giorno, da concordare con il datore di lavoro. Questa misura, di derivazione europea, risponde al principio di equità nella condivisione delle responsabilità familiari.

Permessi per la Legge 104

I permessi previsti dalla Legge 104/1992 sono riconosciuti anche ai lavoratori domestici, colf e badanti inclusi. La normativa consente di fruire di fino a 3 giorni mensili retribuiti (eventualmente frazionabili in ore) se si presta assistenza a un familiare portatore di handicap grave, oppure se la colf stessa si trova in condizione di disabilità certificata. Le modalità di fruizione richiedono idonea documentazione e la preventiva comunicazione al datore di lavoro.

Permessi non retribuiti e altri congedi

Oltre ai giorni e alle ore tutelate dalle leggi già citate, la colf o badante può richiedere permessi non retribuiti, nei casi previsti dalla contrattazione collettiva o per esigenze personali che non rientrano nelle cause per cui è previsto il trattamento economico. Questi includono:

  • Motivi personali o familiari: viaggi, malattia di familiari non conviventi, gravi motivi contingenti.
  • Lutto: in caso di decesso di parenti entro il secondo grado, la lavoratrice ha diritto a giorni specifici di assenza, talvolta retribuiti, secondo quanto stabilito nel proprio contratto.
  • Formazione: se il datore di lavoro è d’accordo, si possono prevedere periodi di assenza per corsi di aggiornamento o per l’apprendimento della lingua italiana.

La richiesta di permesso non retribuito deve essere inoltrata con ragionevole preavviso e resta soggetta al consenso del datore, salvo i casi già regolamentati come diritti acquisiti.

Procedura amministrativa e documentale per i permessi

Un aspetto spesso sottovalutato è la procedura specifica necessaria per accedere ad alcuni diritti. In particolare, le lavoratrici straniere devono rispettare determinate formalità affinché il loro permesso di soggiorno sia sempre aggiornato e regolare.

  • Per chi già lavora in Italia, il datore di lavoro deve inoltrare la comunicazione obbligatoria all’INPS all’atto dell’assunzione.
  • La lavoratrice deve poi attivarsi, preferibilmente tramite uno Sportello Amico presso le Poste Italiane, compilando il Kit permesso di soggiorno e trasmettendo la documentazione alla Questura per il rilascio o il rinnovo.
  • Nel caso di regolarizzazione di una badante senza permesso di soggiorno, si ricorre alla procedura stabilita dal Decreto Flussi, con una richiesta nominativa di nulla osta e l’ottenimento di visto d’ingresso dall’ambasciata italiana nel Paese d’origine.
  • Entro 8 giorni dall’ingresso in Italia, la lavoratrice dovrà stipulare il contratto di lavoro e formalizzare la richiesta di permesso. Fondamentale presentare la documentazione sulla idoneità alloggiativa e sulla capacità reddituale della famiglia datrice di lavoro.

Ogni permesso richiesto, a qualsiasi titolo, va tracciato e comunicato formalmente, tramite modulistica o email certificata, al fine di garantire la corretta copertura assicurativa, previdenziale e, laddove richiesta, la retribuzione spettante in busta paga.

La conoscenza di tali diritti e delle relative procedure è fondamentale per creare un ambiente lavorativo sano, orientato al rispetto reciproco e alla legalità. Una gestione precisa dei permessi risulta vantaggiosa per entrambi gli attori del rapporto di lavoro: la colf o badante, infatti, si sentirà maggiormente tutelata e serena nel poter conciliare le proprie esigenze di vita personale con quelle lavorative, mentre il datore potrà contare su trasparenza, continuità e professionalità nei servizi di assistenza o cura domestica.

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