DA CAPOLUOGO REGIONALE A SUPER-POTENZA Programma per la ‘città delle scale’

Propongo alla città ed a tutte le forze politiche questo mio programma per un grande, ma mi piacerebbe che sia grandioso, rilancio di Potenza, città capoluogo di regione, che da diversi anni versa in una condizione di ristagno produttivo, culturale, civile e così via. Da capoluogo regionale in fase di stanca, Potenza, con questo programma diventerebbe una città-modello, non solo per la periferica Basilicata, ma per tutto il Sud d’Italia e, per alcuni aspetti (verde, mobilità alternativa), addirittura per l’Italia intera. Spero, quindi, che piaccia a tutti voi lettori; ai lettori potentini, ma anche ai lettori che, pur non essendo potentini, amano Potenza.

PINO A. QUARTANA

Fondatore e direttore della rivista culturale on line, ‘Potentia Review’

 

PROGRAMMA PER POTENZA

 

1)    POTENZA CITTA’ GIARDINO

Potenza è già, alla luce di diverse rilevazioni, una tra le primissime città verdi d’Italia, la seconda dopo Trento in base ad alcune, la terza dopo due città del nord, secondo altre rilevazioni. La nostra città ha una naturale vocazione al verde e nel fattore green può e deve trovare un fattore di sviluppo, di fascino (anche a fini turistici), di identità. Insomma, lo sviluppo del verde può essere ad oggi considerato sicuramente come uno dei cardini attorno al quale sviluppare una idea di città. Ma essere posizionata ai primissimi posti delle classifiche nazionali per rapporto metri quadrati a disposizione dei cittadini /numero dei residenti non basta ancora. Siamo già una città verde. Il problema non è diventarlo; lo siamo già. Il problema, ma è anche, al tempo stesso, un obiettivo estremamente prestigioso e qualificante, è diventare il modello italiano della città verde, conquistare questo bel primato nazionale. Come? Non limitandosi ad essere una città con molto verde, ma assumere il verde come una filosofia comunitaria, un tratto distintivo della nostra città. Ancora più in concreto, si tratta di fare un ultimo salto definitivo; passare da Potenza, città verde a, secondo una mia vecchia idea, a Potenza, Città-Giardino. La città giardino d’Italia. Vediamo da dove possiamo ripartire in vista di questo ambiziosissimo e prestigioso obiettivo. Partiamo, come ho già detto, dalla seconda o terza posizione nella graduatoria nazionale delle città verdi. Partiamo dal fatto che una città di 70.000 abitanti circa come Potenza può già contare su ben dodici parchi urbani.

 

Ecco l’elenco completo;

a) Parco Montereale (appena fuori dal centro);

b) Villa del Prefetto (pieno centro);

c) Villa di Santa Maria (primissima periferia);

d) Parco Baden Powell (Rione Risorgimento);

e) Parco Elisa Claps (quartiere di Macchia Romana);

f) Parco dell’Europa Unita (quartiere del Poggio);

g) Parco Sant’Antonio la Macchia (zona Sant’Antonio La Macchia, estrema periferia Est),

h) Parco del Seminario (Viale Dante, Viale Marconi),

i) Parco Fluviale del Basento;

l) Parco Rossellino;

m) Parco Radici (Piazzale Budapest – quartiere del Poggio);

n) Parco Tre Fontane (aree verdi attrezzate di Via Iosa-Via Racioppi, rione Lucania-Parco Tre Fontane).

Oltre a questi parchi, Potenza conta su un grande polmone verde; il bosco della Pallareta, fuori dal centro abitato.

1) Il primo step consisterà nella costante cura, manutenzione e nel miglioramento dei dodici parchi cittadini già esistenti.

2) Creazione del Parco delle Cascatelle (Contrada Faloppa);

3) Creazione del Parco Viviani o Creazione del Parco della Città (al posto dell’attuale stadio) se si deciderà di delocalizzare l’attuale stadio e di costruirne uno nuovo nei terreni dismessi da quaranta anni della ex Cip Zoo oppure se lo Stadio dovesse restare dov’è, creazione del Parco della Città con vocazione anche sportiva sempre nei nove ettari da tanto tempo abbandonati della ex Cip Zoo. Nutro molti dubbi sia sulla prima che sulla seconda soluzione nel senso che entrambe presentano allo stato attuale aspetti problematici. Inoltre, bisognerà verificare anche, non solo la disponibilità dell’area, che è di proprietà della Regione Basilicata, ma anche l’eventuale possibile coesistenza tra Parco della Città e nuovo stadio Viviani. Parimenti, in questo momento non sono noti alcuni dati fondamentali che sono indispensabili per prendere una qualsiasi decisione. L’area ex Cip Zoo è abbastanza grande per far coesistere Parco e Stadio? La presenza di altre attività nella zona del Basento consiglia la creazione di un Parco? C’è la possibilità di reperire un altro terreno per il nuovo stadio? E così via. C’è anche una terza possibilità; che tutto resti com’è, senza il nuovo stadio e senza il nuovo parco.

4) Creazione del Parco della Memoria (in zona da individuare).

Progetto dettagliato punto 4; Parco della Memoria di Potenza (Potenza Memorial Park)

Il Parco della Memoria sarà diviso in quattro campi quadrati. O meglio; consisterà in un quadrato che racchiude quattro quadrati chiamati Campi. I quattro Campi sono divisi tra di loro da una alta siepe tipo giardino all’italiana che fa in modo che, entrando nel Parco, nessuno possa vedere neppure uno dei quattro Campi e che, nello stesso tempo, stando in uno dei quattro Campi, nessun visitatore possa vedere gli altri tre. Ogni Campo misura metri 70 x 70.

Il Parco sarà tutto recintato e isolato dalla vista esterna da una fila doppia di alberi per tutto il suo perimetro e da un muretto e da inferriate lungo il suo perimetro.

Campo 1 – Una fila di statue di ispirazione classica con un piedistallo. Le statue sono di marmo e rappresentano circa dodici personaggi della storia cittadina, a partire dalle remotissime origini osco-lucane.

Al centro del Campo 1 ci sarà un laghetto artificiale a forma circolare dentro il quale galleggiano anatre e cigni.

Il terreno del campo sarà tutto in erba rasata.

Campo 2 –  Intorno al perimetro del Campo 2 scorre un anello quadrato, senza interruzioni, di case in stile medioevale a due piani. Al piano terra, ci sarà un porticato continuo per tutto il perimetro di 280 metri ed a distanza regolare (es. distanza di 10 metri) porte in legno d’epoca medioevale attraverso cui si accede a singoli mini-uffici (tutti in stile medioevale potentino). Al piano superiore, il piano superiore di questi mini-uffici ovviamente, ci saranno delle finestre. L’anello quadrato sarà in uno stile medioevale potentino con pietra viva a vista e con quattro torrette merlate ai quattro angoli. Il terreno ovviamente sempre in erba rasata.

Campo 3 –  Al centro del Campo 3 ci sarà una città turrita e murata e con le porte medioevali tutta in miniatura con altezza  fino 2 metri e  mezzo dal suolo, seguendo come ispirazione l’affresco esistente su un muro del Palazzo Vescovile di Matera. Il fondo del terreno, come al solito, in erba rasata.

Campo 4 – Su un lato del Campo 4 (il campo che ricorda i periodi italico-lucano e romano di Potenza), un emiciclo colonnato di stile antico romano con colonne scanalate (ricostruzione di un edificio di un antico Foro romano, a ricordo di quello che certamente fu il Foro di Potenza; ogni città romana ne aveva uno e quello di Potenza doveva sorgere tra l’attuale Piazza Matteotti e Piazzetta Martiri Lucani). Colonnato e portici da cui si accede a singole mini-domus di due stanze. Sul lato opposto del Campo 4 troverà posto un piccolo tempietto italico ma quasi contemporaneo alla romanità, un piccolo tempietto dedicato alla Dea Mefiti che ricorderà il periodo italico-lucano ed il cui disegno si ispirerà ad una proiezione in 3D del Tempio della Dea Mefite di Canneto, in Ciociaria. In mezzo cioè al centro della piazza, un secondo laghetto artificiale di forma rettangolare (con anatre, cigni ecc.). Anche in questo Campo il fondo sarà di erba rasata, come nei giardini inglesi.

5)   Ultimazione del parco di Parco Aurora;

6)   Creazione di un nuovo piccolo parco in zona da individuare;

7)   Creazione del Parco Archeologico (Via Parigi);

8)   Creazione del Parco Monumentale della Torre Guevara;

Ma tutto ciò non sarebbe ancora sufficiente a farci guadagnare l’ambito status di Città- Giardino, anzi di modello italiano di Città-Giardino. Occorre un restyling ‘green’ di ogni punto della città che si presti allo scopo. Alcune idee sono;

9) Trasformazione di tutte le vie o dei viali che si prestano allo scopo in viali alberati (esempio; Viale Dante – Viale Lazio – Via.Ciccotti – Viale Cavour diventano viali alberati ecc.)

10) Creazione di nuovi orti urbani;

11) Creazione di piste ciclabili;

12) Valorizzare le terrazze verdi già esistenti. Esempio; aprire al pubblico il giardinetto- terrazza di Corso Umberto I°;

13) Riqualificazione ed abbellimento aiuole;

14) Creazioni  di greenways di collegamento dei parchi e di tutte quelle ricuciture verdi che diano plasticamente ed a prima vista l’idea di una città nelle forme di un unico giardino verde urbano.

Obiettivo: 18-19 parchi cittadini e Potenza città giardino d’Italia, città più verde d’Italia

2)    RIVITALIZZAZIONE ED ABBELLIMENTO CENTRO STORICO 

Un’altra idea-forza per il rilancio di Potenza è quella, ormai e per fortuna abbastanza condivisa e diffusa, di un rilancio del centro storico. Inutile elencarne i motivi; sono già ben presenti a vaste fasce della popolazione potentina, ma anche ai potentini che vivono fuori città. Il centro è la sede fisica della storia di una città. Le città italiane ed europee hanno nel centro il deposito più antico della memoria e quasi sempre anche della bellezza di una città. Nel caso di Potenza, occorre riportare vita nel centro riempiendolo di attività di alta qualificazione e di prestigio. Il nostro bel centro deve diventare ancor più bello, ma non solo bello; deve tornare ad essere popolato e vissuto, deve tornare vivo. Per tutte le ragioni possibili ed immaginabili. Deve essere di nuovo riempito di funzioni e di strutture almeno fino a quanto basta per renderlo ragionevolmente e costantemente vivo.

Queste le proposte per il rilancio del centro storico;

15) Politiche repressive e preventive di energica efficacia contro l’imbrattamento dei muri per stroncare definitivamente il fenomeno del vandalismo prima dal centro e poi da tutta la città;

16) Politiche di decoro urbano;

17) Eliminazione di alcune brutture nel centro storico (predisposizione di un apposito piano dettagliato; ad esempio,

17 a) Demolire l’ex edificio scolastico davanti alla Torre Guevara;

17 b) Eliminare l’entrata del parcheggio, sempre fuori Porta San Luca, o eliminare quel parcheggio del tutto;

17 c) Eliminare l’intonaco dai palazzi medioevali in pietra (es. Porta San Giovanni e se fosse possibile anche la demolizione di quel palazzo che da Via XX Settembre tocca e si congiunge, nella parte posteriore, alla torretta medioevale della Discesa San Giovanni).

18) Predisposizione di n.10 Piani particolareggiati relativi a 10 micro-zone del centro:

Obiettivo; abbellimento del centro ripristinando memorie storiche cancellate dal tempo;

18 a) MICROZONA n. 1; Piazza Prefettura; sostituzione dei famigerati pali con i vecchi lampioni – Proibizione del gioco del calcio in Piazza Prefettura;

18 b) MICROZONA n. 2; Torre Guevara (piano ITI PO 2014 – 2020) già in corso;

18 c) MICROZONA n, 3 Piazza Martiri Lucani (cambio nome e ritorno all’antica denominazione di Largo della Dea Mefiti con costruzione di un sacello in stile antico romano che ricordi il culto della dea a Potentia oppure con una statua che ricordi l’antichissima destinazione in onore della Dea Mefiti);

18 d) MICROZONA n. 4 Porta San Giovanni – complesso da ristrutturare dietro la Trinità;

18 e) MICROZONA n. 5 Porta Salza ecc.  ricreare la porta;

18 f) Microzona n. 6 (ex cinema Ariston) creazione di un silos che sia, al contempo anche un’ opera d’arte;

18 g) Microzona n. 7; Palazzo D’Errico e Largo Pignatari (in Piazza Pignatari ergere una statua in marmo, magari anche al Leone cittadino e finire la ristrutturazione di Palazzo D’Errico con lavori a regola d’arte e fatti con gusto);

18 h) Microzona n. 8; Piazzetta Duomo nuova fontana e apertura della Cavallerizza;

18 i) Microzona n. 9:  Un piano di abbellimento per Largo Barbelli, Via Rosica, Via IV Novembre

18 l) Microzona n. 10 – Costruzione di una elegante galleria in materiale leggero stile ottocentesco neoclassico-liberty alle spalle del Palazzo INA su Via del Popolo con dentro una ricostruzione in proporzioni ridotte della scomparsa Porta Mendola.

Non aggiungo alle micro-zone la Villa del Prefetto perché il suo abbellimento è già previsto con i relativi abbellimenti  dal piano ITI fondi FERS 2014-2020 (18 m)

19) Creazione del Museo del Risorgimento;

20) Creazione del Museo Friscia di Arte Contemporanea;

21) Museo d’arte contemporanea figurativa di Nino Tricarico con un comodato d’uso e partnership pubblico-privato (in centro);

22) Costituzione del museo d’arte sacra intitolato ad Elisa Claps da collocare nella ex Chiesa della Trinità.

23) Costituzione di un Polo Museale potentino reso autonomo dal Polo Museale della Basilicata e retto da un funzionario della Sovrintendenza che risieda a Potenza e si occupi solo del Polo Museale potentino.

Obiettivo; abbellire ulteriormente il centro storico, indurre i potentini a frequentare maggiormente il centro storico, grazie anche ai nuovi musei, e qualificare ancor di più il centro di Potenza come centro di una città di cultura ed arte, portare i Musei potentini da 6 a 8

24) Trasferimento di un certo numero di uffici comunali al centro insieme a quelli di altri enti e istituzioni pubbliche;

25) Politiche fiscali a favore dei commercianti del centro;

26) Riqualificare i vicoli ed il centro facilitando l’insediarsi di botteghe di artigianato;

27) Creazione di un concorso annuale per il miglior lavoro di artigianato artistico degli artigiani del centro. Ogni anno verrà premiato il manufatto o l’opera migliore con premio in denaro. L’opera vincitrice verrà installata permanentemente in un punto del centro, contribuendo così non solo alle attività artigianali ed alla loro fama, ma anche alla bellezza del centro storico.

3)    POTENZA, CITTA’ D’ARTE E TURISMO

A partire dal secondo dopoguerra, parallelamente alla affermazione in Basilicata di una cultura del mondo contadino imperniata sulle figure di Carlo Levi e di Rocco Scotellaro, per la prima volta nella storia della Basilicata la preminenza culturale di Potenza veniva messa in discussione ed insidiata. Le cose sono andate avanti per decenni su quella falsariga fino al punto più basso toccato in questi ultimi anni. Mentre questa parabola discendente si acuiva, il resto della regione, ed anche una parte della stessa popolazione potentina, abbracciava, in modo più o meno convinto,  tutta una serie di luoghi comuni negativi su Potenza. Che abbia agito un patto scellerato contro Potenza o che si tratti solo di una terribile forma di ignoranza collettiva, fatto sta che fino a poco fa (due-tre anni fa) rischiava la messa al bando o il ridicolo chi parlava di Potenza nei termini esatti e veritieri nei quali ne stiamo parlando, almeno fra potentini, da un paio di anni. I termini veritieri sono quelli che delineano una città con un patrimonio culturale, materiale ed immateriale straordinario, considerando il patrimonio culturale in senso lato e quindi anche come patrimonio artistico, almeno in rapporto alla dotazione di un qualsiasi comune ‘basilicatese’ e almeno per quanto riguarda la dotazione culturale e le dimensioni storico-culturali della regione Basilicata. Ma la congiura antipotentina o, se non di congiura si tratta, l’ignoranza abissale di cui si sostanziano i non-discorsi contro Potenza, continuano a far danni enormi a Potenza, ai suoi interessi, alla sua economia, alla sua immagine ed al suo prestigioso status di capoluogo regionale. La Regione, soprattutto in questi ultimissimi anni, ha condotto contro Potenza delle azioni che non esitiamo a definire ‘sporche’. Alludo, ad esempio, alla dotazione finanziaria dei musei della regione (dove i musei potentini sono rimasti a secco, a differenza di tutti gli altri), alludo alla esclusione sistematica di Potenza dalle azioni di promozione turistica presso alcuni grandi massmedia nazionali ed internazionali a fini turistici, alludo alla esclusione senza alcuna giustificazione, nemmeno formale, di Potenza dall’elenco delle città o dei comuni d’arte della Basilicata, ma anche dall’elenco dei comuni turistici della regione, esclusione, sia l’una che l’altra, sancita dall’allegato n. 5 della legge 19/99 e successive modificazioni, alludo al modo molto discutibile di alcuni grandi funzionari della burocrazia culturale, che operano in questa regione, di svolgere il loro ruolo, che dovrebbe essere un ruolo imparziale a favore di tutti i 131 comuni della regione e non invece a favore di uno solo di essi, alludo ad una lunghissima serie di atti poco rispettosi nei confronti di Potenza, vista non solo come capoluogo di regione, ma come città che ha dato una profonda ed indelebile impronta alla storia, alla cultura, all’arte di questa regione, ruolo che solo un idiota o un semianalfabeta potrebbe contestare (ed il guaio è che di gente simile la Basilicata e le istituzioni di questa regione sono strapiene). Cambiare atteggiamento politico nei confronti di Potenza è senz’altro una delle cose che Potenza deve richiedere ai nuovi inquilini dei palazzi istituzionali regionali, ma non basta. Occorre sostenere in tutti i modi il lavoro di quanti, in totale solitudine istituzionale, stanno già restituendo a Potenza la sua degna ed esatta immagine culturale. E poi occorre rafforzare la dotazione patrimoniale culturale della nostra città, assegnandole nuove risorse finanziarie da spendere sulla base di un programma di riqualificazione culturale e d’immagine di altissimo livello. Ecco in questo comparto le azioni proposte;

28) Campagna permanente di sondaggi con metaldetector archeologici di nuova generazione nel sottosuolo di Potenza alla ricerca di reperti antichi;

29) Costituzione di una azienda speciale comunale denominata A.C.T.P. (Azienda Cultura e Turismo Potenza) incaricata di svolgere politiche culturali e turistiche su direttive dell’assessore. L’Azienda Speciale Comunale deve fungere da agenzia di coordinamento circa la salvaguardia del patrimonio culturale materiale ed immateriale, da agenzia di promozione turistica e da centro di coordinamento degli interventi, anche dei privati, diretti alla valorizzazione culturale e turistica della città.

30)  Apertura di un ‘infopoint turismo e cultura Potenza’; uno a Pompei e l’altro a Bari.

31) Riconoscimento di Potenza come città d’arte a livello regionale con inserimento nella lista di cui alla legge regionale 19/99;

32) Progetto speciale turistico POTENZA SOTTERRANEA

33) Costruzione di un Palazzo dei Congressi (turismo congressuale)

34) Collegamento Potenza-Sellata con navette ogni mezz’ora

 

4)  POTENZA, CITTA’ DELL’HIGH TECH – POLITICHE ECONOMICHE E PRODUTTIVE

 

Anche le più grandi città italiane, quelle, ad esempio, dell’ex triangolo industriale, cercano, dopo la decadenza della grande industria, di riconvertirsi (Torino, Genova, ecc.) optando per vocazioni culturali e per l’economia della cultura. Perché, quindi, non cercare nuove vie per lo sviluppo e per l’espansione della città nella prestigiosa economia della cultura? Nella economia della ricerca? Potenza parte da quel che ha già e che è molto, soprattutto a livello regionale, e che non è poco, se paragoniamo Potenza ad altre città del centro-sud. Ha un grande ospedale, che è la dodicesima azienda ospedaliera italiana (dati SOLE ORE), ha una Università con quasi tutte le facoltà dell’Unibas e tutte le facoltà scientifiche. Sebbene appena fuori dal territorio comunale, ha un centro del CNR. Chi altri avrebbe, a questo punto, il compito in Basilicata di perseguire più decisamente la strada dello sviluppo della economia della cultura e della ricerca con le varie industrie 2.0, 3.0 e 4.0? Si tratta di completare ed arricchire notevolmente la dotazione di ricerca e scientifico-culturale di Potenza in modo da permettere l’attivazione di sinergie virtuose in grado di moltiplicare gli effetti positivi derivanti da un solido e prestigioso nucleo di funzioni avanzate, che si addensa intorno all’Ospedale San Carlo, all’Unibas ed al CNR. Lo sviluppo deve partire da eccellenze già ‘in loco’. Intraprendere la strada che porta a diventare una città a forte vocazione scientifica e di ricerca è la premessa di un ulteriore sviluppo, lo sviluppo economico basato sulla industria della ricerca e della conoscenza. Incamminarsi per questa strada è una necessità inderogabile per Potenza. Per decenni, a parte una buona presenza di attività commerciali ed una apprezzabile presenza di attività industriali, entrambe oggi in declino anch’esse, Potenza ha puntato tutto su uno sviluppo unidimensionale basato su un forte addensamento burocratico, ma anche qui i tempi sono cambiati e la coperta è diventata sempre più stretta, in conseguenza della crisi fiscale dello Stato italiano e quindi della necessità non solo di non allargare più le maglie delle piante organiche burocratiche, ma di restringerle. Per non parlare dei danni, a lunga scadenza prodotti da una visione quasi unidimensionale della economia cittadina, che sono danni anche culturali, di cui si stanno vedendo da tempo i nefasti effetti, tanto più se associati ad un ceto politico dominante che ha fatto della stagnazione e del clientelismo scientifico la sua unica missione, se di missione possiamo parlare. Potenza ha quindi una grande, enorme necessità di rilanciarsi anche dal punto di vista economico e produttivo e di rinnovare la sua immagine e se stessa, i suoi meccanismi psicologici di massa. Come? Inventandosi, ma fino ad un certo punto si può parlare di invenzione, un nuovo sbocco produttivo. Sulla base di uno sviluppo della conoscenza, della istruzione e della ricerca, che è già in sé un nuovo approdo per uscire dalle secche stagnanti in cui la città giace da troppo tempo, sarà possibile avviare anche uno sviluppo economico, industriale e produttivo di tipo nuovo, imperniato, per l’appunto, sulla economia della conoscenza, della ricerca, della innovazione scientifica e tecnologica. In quale specifico settore andare, nel concreto, a giocarsi queste chances? Quando una città si pone un problema simile non può mai partire da una realtà totalmente inventata. L’invenzione parte sempre da qualcosa già presente o che può facilmente essere presente, da un embrione di filiera produttiva. La mia proposta è che Potenza punti a diventare un polo produttivo nel settore delle biotecnologie. Oltre a questo polo biotecnologico, del bio-tech, potrebbe nascere, tanto più se spingiamo per l’allargamento a Potenza della Zona Economica Speciale (Z.E.S.) e se consideriamo la naturale vocazione di Potenza come privilegiato centro di collegamenti per tutto il Sud, anche un secondo nuovo polo produttivo: il polo della logistica.

35)  Istituzione della Facoltà di Medicina (con corsi anche in inglese) e di Biotecnologie; 

36) Sezione meridionale del Polo di Biotecnologia di Trieste (organismo internazionale)

37) Creazione di una nuova area produttiva cittadina per ospitare gli stabilimenti ed i laboratori di ricerca del Polo biotech, dove trasferire anche i capannoni che lascerebbero la zona che circonda il parco Fluviale.

38) Trasferimento del CNR di Tito Scalo nella stessa nuova area produttiva;

39) Creazione del polo potentino delle biotecnologie con politiche che favoriscano l’insediamento a Potenza di start up italiane e straniere o di aziende già esistenti del bio-tech. Il polo biotecnologico di Potenza dovrà essere a carattere industriale ma potrà ospitare anche laboratori di ‘ricerca pura’ delle aziende del settore biotech che verrebbero ad installarsi nel polo potentino. Il Polo biotech potentino usufruirebbe già delle sinergie che si stabilirebbero tra il CNR, il Corso di Laurea in Biotecnologie dell’Unibas, collocato a Potenza, l’istituenda Facoltà di Medicina e di Biotecnologie, l’Azienda Ospedaliera Regionale San Carlo di Potenza e, last but not least, con la sezione meridionale del Polo della Biotecnologia di Trieste (organismo internazionale);

40) Istituzione del Politecnico;

41) HUB smistamento merci; polo della logistica

42) ZES (Zona Economica Speciale):

5)    POTENZA, CITTA’ DI CULTURA 

Potenza ha già il maggior numero di istituzioni e di strutture culturali della regione. Potenza ha una grande tradizione culturale, grandissima se la confrontiamo al resto di questa regione. Se nel punto precedente l’attenzione è stata rivolta alla cultura scientifica, non minore attenzione merita anche la cultura umanistica, sia classica che moderna. Potenza è tra tutti i 131 centri della Basilicata, quello che ha più credenziali per diventare un importante punto di riferimento a livello regionale e meridionale della cultura universale contemporanea. E’ la località che ha più possibilità e vocazione per transitare verso una cultura internazionale ed universale, verso l’alta cultura, riuscendo a portare tutta la regione verso un colloquio con la grande cultura contemporanea. Insomma, Potenza per storia, caratteristiche identitarie, numero e importanza delle istituzioni culturali insediate sul suo territorio comunale è il posto migliore per traghettare la Basilicata al di fuori dalle secche di una cultura strapaesana e ultraprovinciale, quella che ancora domina il troppo depresso e sottosviluppato panorama culturale regionale. Si tratta, tra le altre cose, della stessa subcultura che, spesso, si schiera proprio contro Potenza.

43) Creazione di un Istituto di Ricerca Sociale e Filosofica con raggio di azione regionale, nazionale ed internazionale. E’ un vecchio progetto dello scrivente, già presentato anni fa ad alcune amministrazioni comunali in Italia ed anche al Ministro della Cultura di un piccolo Stato estero di lingua italiana (Repubblica di San Marino).

44) Razionalizzazione e sviluppo qualitativo degli eventi culturali attraverso un programma calendarizzato che preveda in ogni mese lo svolgimento di un importante evento culturale (in senso vasto) di forte impatto attrattivo nel centro storico. Il grande evento attrattivo mensile non deve essere necessariamente di nuovo conio; può trattarsi anche di un evento già radicato nella programmazione culturale di eventi della città. Gli eventi nuovi, oltre ad essere facilmente realizzabili con poca spesa, debbono essere carichi di appeal e di prestigio aggiunto. Oltre a questi criteri, l’evento culturale mensile deve soddisfare altri due requisiti; richiamare a Potenza grandi nomi della cultura, dell’arte e della musica, sempre sulla scia di quel ruolo di Potenza come caposaldo territoriale della grande cultura universale e della alta cultura mondiale contemporanea e, nello stesso tempo, valorizzare le espressioni migliori e più universali della produzione culturale cittadina. Per fare un esempio, si potrebbe pensare di istituire una rassegna musicale che potrebbe durare una sera o due sere o tre ma anche quattro dal nome;

45) ‘Music made in Potenza’ o ‘From Potenza to the world’. Con questa rassegna, oltre a due o tre sere in piazza di svago e di divertimento, si potrebbero proporre al pubblico, non solo potentino, i nomi che portano il made in Potenza in campo musicale fuori dai confini cittadini e regionali; Emanuele BasentiniVito Lisi e gli Alunni del SoleArisa, Lies of Love, ma anche altriNomi già affermati in campo nazionale ed anche internazionale. Non solo regionale, quindi. Sarebbe anche un qualcosa in grado di esaltare la creatività dei potentini; un importante fatto identitario e culturale oltre che ludico.

46) Un’altro evento di grande respiro da distribuire anch’esso per più giornate durante un mese, rispondente ai criteri summenzionati, potrebbe essere quello di un Festival culturale della amicizia Potenza-Francia, una nazione che ha avuto, sin da dopo il Mille, una importanza enorme nella storia di Potenza. Ovviamente, la distribuzione degli eventi dovrà tener conto degli appuntamenti fissi già esistenti. Tra eventi che già si svolgono ed eventi nuovi, ogni mese, anche per più giorni, il centro dovrà ospitare l’evento del mese, rianimandosi festosamente di gente che verrebbe anche da fuori città;

47) Festival della Filosofia o della Scienza;

48) Teatro Stabile; deve diventare un vero teatro Stabile (di nome e di fatto) con una Orchestra ed una programmazione propria;

49)  Restauro e regolare manutenzione di tutti i monumenti della città;

50) In una delle quattro piazze del Parco della Memoria, il Comune metterà a disposizione gratuita locali da adibire a sedi di rappresentanza (per l’Italia e per il Sud) di istituti culturali italiani e stranieri, a cominciare dalla Cattolica che ha già corsi di Laurea a Potenza, In altre parole, Potenza deve aprirsi al mondo, allestendo una propria politica di diplomazia culturale permanente con scambi permanenti (culturali, economici, turistici, gastronomici ecc.) tra Potenza e le città che hanno avuto importanza per la sua storia (esempio; Piacenza, Mantova, Napoli, Casale Monferrato ed altre).

Obiettivo; ristabilire la leadership culturale di Potenza come il  più importante centro di cultura della regione e come uno dei principali centri di cultura dell’Italia centromeridionale.

 

6) POTENZA, CITTA’ DELLO SPORT

Potenza ha una buona tradizione sportiva in molte discipline. Nel calcio, lo sport di gran lunga più importante in Italia ed in Basilicata, Potenza ha una tradizione sportiva calcistica ineguagliabile; è inserita nella speciale classifica della FIGC sui cento club calcistici che hanno fatto la storia del calcio italiano. Si tratta di una classifica a numero chiuso che non può mai superare il 100° posto, cioè non può contemplare mai più dei primi 100 club calcistici del calcio italiano. Potenza in questa speciale e prestigiosa classifica si colloca al posto n. 81 ed il nuovo corso calcistico inaugurato lo scorso anno sta spingendo al rialzo le quotazioni del club rossoblu anche in questa classifica storica del calcio nazionale di tutti i tempi. E’ l’unico club calcistico della Basilicata a far parte già da anni di questa TOP 100 del calcio italiano. E quindi si può tranquillamente considerare come il club calcistico lucano più importante. C’è anche la novità emersa lo scorso anno della candidatura di Potenza a ‘città europea dello sport’ ed anche questo tentativo potrebbe portare alla città, se andasse in porto, prestigio e sviluppo economico.

51) Riqualificazione degli impianti sportivi della città anche in vista della candidatura a città dello sport 2021;

52) Costruzione di impianti sportivi

53) Costruzione, in connessione con lo sviluppo della stazione sciistica della Sellata, di impianti per gli sport invernali (hockey su ghiaccio, pattinaggio su ghiaccio)

54) Riqualificazione vecchi impianti sportivi

7) RIQUALIFICAZIONE URBANISTICA – NO AD UNA ULTERIORE ESPANSIONE URBANA ED A NUOVE COSTRUZIONI

Cosa fare urbanisticamente di Potenza è da settant’anni una delle croci della città. Potenza ha avuto negli scorsi decenni uno sviluppo demografico impetuoso, che ha rivolto alla industria delle costruzioni una continua domanda di abitazioni. Non poche volte questa spinta dal basso ha costretto il regolatore comunale ad inseguire la domanda prima ancora di avere il tempo di predisporre piani urbanistici. Se la cosa può consolare, posso dire che questa è stata la croce di tante altre città alle prese con lo stesso tipo di impetuoso sviluppo demografico. In più, il quadro potentino, a differenza di quasi tutte le altre città italiane, si complicava a causa della natura di città verticale di Potenza, che, se, da un lato, costituisce una interessante caratteristica identitaria, dall’altro, ha posto ulteriori ed enormi complicazioni perché costruire una città in salita e discesa, con un terreno orograficamente così difficile come quello di Potenza, con balze e strapiombi, con irregolarità e dislivelli di tutti i tipi, con scarpate da sistemare e terrazzare è una impresa assai improba e piena di rischi. Attualmente la città deve affrontare due problemi; da un lato, bisogna trovare uno sbocco diverso alla locale industria delle costruzioni, che, come ogni settore produttivo, merita tutela, sapendo però che anche qui certi tempi sono finiti per sempre, se non altro perché la città ha raggiunto dimensioni non superabili, attestandosi oggi, con fatica, attorno ai 70.000 abitanti (anche se bisogna considerare un fenomeno che viene sempre taciuto e cioè quello dei potentini che si sono spostati nei contigui comuni di Tito e di Pignola, ormai totalmente conurbati alla città). Il secondo problema è che alcune zone cittadine scontano ancora la fretta e gli errori di programmazione urbanistica del passato ed anche questo è un fatto comune a tantissime città, nel Sud ancor più che nel centro nord. Quindi, dovendo far fronte a zone urbanisticamente mal riuscite a causa dei motivi anzidetti, è impensabile continuare a costruire ‘come se non ci fosse un domani’. Come si fa a risolvere questi due problemi ben distinti e separati al punto tale da sembrare conflittuali? La soluzione c’è e, ancora una volta, mi corre l’obbligo di specificare che è stata già ricercata in altre città perché questi sono stati problemi abbastanza diffusi a partire dall’Italia del boom degli anni ’60 fino a tempi molto recenti. La soluzione simultanea di questi due problemi si chiama ‘riqualificazione urbanistica continua’  Certamente non vi sarà più spazio, per fare un esempio, per cento imprese edili e di costruzioni ma ne basteranno forse cinquanta, sempre per fare un esempio, e magari quelle cinquanta che resteranno in attività dovranno essere anche più brave perché riqualificare intere zone delle città richiede più abilità rispetto al tirare su un palazzo senza particolari esigenze. Ormai la città ha raggiunto ferrei limiti demografici e quantitativi ed il futuro della industria delle costruzioni a Potenza è solo quello di specializzarsi nel rendere sempre più bella la città, rimettendo mano a ciò che si è costruito male ed in fretta. E che questa sia la via obbligata lo si può intuire anche da un fenomeno che forse sfugge agli amministratori ed ai costruttori; anche a Potenza si è radicata, ad un livello piuttosto profondo, una nuova coscienza estetica ed urbanistica, che è portatrice per la nostra città di nuovi bisogni. I potentini non si accontentano più di una casa. O di una casa in un palazzo qualsiasi. Vogliono una casa in un palazzo bello ed in una città bella o che possa diventare sempre più bella. Impossibile tornare indietro rispetto a questo livello molto più raffinato di consapevolezza, che è una novità storica assoluta.

55)  Progetti di quartiere per la riqualificazione urbanistica;

56) Abbattimento dei manufatti in cemento armato sulla scala dei 106 gradini che collega Viale Marconi parte iniziale a Viale Dante;

57) Abbattimento del manufatto in cemento armato di Piazza delle Regioni;

58) Tanti altri interventi specifici e simili da valutare nel tempo e caso per caso.

8) POTENZA, UNA CITTA’ ECOLOGICA ED ECOCOMPATIBILE

Potenza ha già un buon tasso di raccolta differenziata e si avvia quindi a completare le fasi di realizzazione del ciclo dei rifiuti.

 Velocizzazione delle seguenti realizzazioni già previste dal piano ITI;

59) Realizzazione di un centro di raccolta (isola ecologica)

60) Realizzazione impianto di separazione RSU in zona Vallone Calabrese

61) Impianto di trattamento della ForSU ((Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano)

62) Rifiuto del 5G a Potenza, ma wi-fi libero nei luoghi di studio.

63) Richiesta Royalties sugli impianti fotovoltaici installati nel comune di Potenza mediante scambio sul posto di energia elettrica per far funzionare le scale mobili.

64) Realizzazione di pannelli fotovoltaici su tutte le proprietà comunali. Portare a zero (quanto più possibile) le bollette dell’energia elettrica.

65) Progettazione e realizzazione di efficientamento energetico di tutti gli uffici comunali mediante l’utilizzo di fondi comunitari

66) Portare la raccolta differenziata al 75%. Utilizzo di bidoni intelligenti e interrati con utilizzo di schede elettroniche personali e maggiori controlli sul conferimento.

Obiettivo; tutto ciò, compreso l’utilizzo di nuovi pullman cittadini ad impatto quasi 0, porterà ad una notevole diminuzione di polveri sottili e CO2, ad una città nella quale lo sviluppo non porterà più inquinamento.

9) COMUNICAZIONI E VIABILITA’

Potenza tra i suoi non pochi assi nella manica, moltissimi dei quali non sfruttati o sconosciuti ai potentini stessi, ha anche una invidiabile posizione strategica nel settore delle comunicazioni. La città è al centro del Sud sia in longitudine che in latitudine. Anche per questo motivo fu scelta per molto tempo come città militare, ma anche, nella seconda guerra mondiale, come obiettivo di interesse militare. La nostra città dispone oggi, e già da molto tempo, di una posizione assolutamente privilegiata rispetto al resto della regione, buona parte della quale è completamente tagliata fuori da efficienti e moderne vie di comunicazione. Dispone di una via di comunicazione quasi autostradale, la Basentana, che deve migliorare, dispone di due stazioni delle FF.SS e di tre linee ferroviarie FF.SS., senza contare le FAL. Ma, nonostante questa condizione privilegiata, Potenza non può accontentarsi di ciò che ha; deve diventare ancor di più centro strategico di comunicazioni e di trasporti nel Sud. E poi c’è la questione spinosa della viabilità e delle comunicazioni interne alla città…

67) Spingere per il miglioramento della Salerno-Potenza sulla Alta Velocità;

68) Abbellimento delle stazioni della metropolitana scale mobili e nuovi obiettivi di gestione – realizzazione del troncone ex Fornace Ierace delle scale mobili

69)   Area di interscambio del trasporto pubblico Zona Nord della città (Piano ITI)

70)  Progetto di infomobilità ITS

71)  Al centro storico i posti macchina per i residenti devono essere uno per famiglia quindi il talloncino non sarà più per un singolo autoveicolo ma per l’intero nucleo familiare.

72) ZTL totale dal sabato alle 18 fino alla domenica alle 10 con obbligo di non far passare mezzi superiori a 35 quintali in tutto il centro storico.

73) Prevedere aree per parcheggi nei pressi delle scale mobili (fondovalle, parcheggio via Marconi e Via Mazzini) al prezzo fisso €0.50/ora con la possibilità di utilizzare il biglietto per almeno due corse di qualunque mezzo pubblico.

74) Eliminare i pullman extraurbani con l’allestimento di parcheggi a seconda della direzione di provenienza; lato est; parcheggio in zona Betlemme con utilizzo del deposito SITA per i propri pullman, lato ovest e sud; parcheggio piazza Zara e fondovalle con l’utilizzo della nuova stazione FAL per i pullman FAL, lato nord; parcheggio ospedale. Tutti gli stalli saranno forniti di accesso ai mezzi pubblici, scale, treni e pullman.

75) Ricavare dalla ex scuola Torraca fuori porta San Luca un silos parcheggi;

Obiettivo, mobilità alternativa e primato mondiale città delle scale mobili superando Tokio. Miglioramento delle comunicazioni interne alla città, del traffico e della viabilità urbana e progressivo mutamento delle abitudini di spostarsi soltanto con l’auto.

10) ARREDO URBANO 

76) Realizzare una squadra di intervento gestita da ACTA o dal Comune per piccoli lavori di rifacimento, marciapiedi, strade, fogne, fontane pubbliche ed illuminazione.

77) Rivedere completamente l’illuminazione pubblica soprattutto in centro

78) Sostituzione di tutti i cordoli dei marciapiedi con pietra locale molto più dura e più grande ed utilizzare un solo modello per tutta la città.

11) AREA URBANA ALLARGATA

79) Conurbazione con Pignola e Tito continuando ad essere tre comuni autonomi ma costruendo servizi in comune e calcolando gli abitanti sia in modo autonomo che in modo cumulativo cumulativo.

80) Costituzione di un Consiglio permanente di tutti i comuni dell’hinterland potentino.

Lascia un commento