CI VORREBBE DE LUCA, SI, MA…

Non vivo a Potenza da molti anni, ma, nonostante ciò, la tecnologia avanzata di oggi mi consente di dirigere agevolmente questa innovativa rivista anche standomene a quattrocento km. di distanza (Roma). Confesso che non riuscivo a venire a Potenza ed a permettermi due ore di tranquilla passeggiata per tutto il centro storico da diversi anni. Il 23 maggio scorso mi sono concesso questo personalissimo tour nel nostro centro storico. L’occasione per perlustrarlo mi è stata data dal Movimento Civico “We Love Potenza”, che ha organizzato in quella  data un dibattito sulla città al quale erano presenti, insieme a me, alcuni dei collaboratori di questo magazine culturale di Potenza e per Potenza (anzi, solo per Potenza). La mia personale condizione può diventare quella di un osservatore privilegiato in questo caso; non sono troppo coinvolto nell’oggetto dell’osservazione, non sono troppo vicino al Sole e, quindi, non posso essere accecato dai raggi al punto di non vedere più niente con chiarezza perché vivo fuori Potenza e, nello stesso tempo, non sono così distaccato da non conoscere i problemi e da non sentire il pathos della appartenenza sostanziale ad una comunità cittadina, che è stata e resta la mia, anche se all’anagrafe sono registrato come residente in un’altra città. Se si è troppo lontani dall’oggetto non si capisce niente di ciò che succede, ma se si è troppo vicini l’angolo visuale spesso si deforma. Quindi, consapevole di questa ottimale posizione mediana ho girato in lungo e largo il nostro centro cittadino per cercare di capire la verità oggettiva sulla città, declinando in diverse forme sempre la stessa domanda relativa alla stessa controversa questione che caratterizza Potenza; la nostra città è bella o è brutta? Credo che poche città italiane siano oggetto di giudizi così contrastanti ed opposti come Potenza. Così ho voluto fare il mio test personale giovandomi, appunto, del fatto di avere una visione più distaccata e più equilibrata, più oggettiva, senz’altro. Ebbene, dopo due ore di osservazioni minuziose vicolo per vicolo, angoletto dopo angoletto ho sentito due tuffi al cuore; uno negativo, un misto di rabbia e di indignazione ed uno positivo. Comincio dal negativo. Frequento diverse città del Centrosud per vari motivi. Da anni ed anni. E tante altre sono quelle che ho frequentato in passato. Lo stesso giorno ero stato qualche ora a Salerno ed avevo girato il centro della città campana. Salerno ha avuto un sindaco-sceriffo negli ultimi tempi; è migliorata molto. Eppure il suo centro, parlo soprattutto di Corso Vittorio Emanuele, non è che sia un granché. Al numero civico 80 di quel corso troneggia uno scempio di marmo nero, tutto vetrato; un pugno nello stomaco che si aggiunge ai tanti altri di quella via, che passa per essere il salotto di Salerno. Anche le condizioni della pulizia lasciano a desiderare. In definitiva, Salerno non mostra quasi niente di veramente interessante nel centro, però lo sporco che ho visto lì non è paragonabile a quello che ho visto nel nostro centro storico. Pavimenti stradali sconnessi in troppi punti, sporcizia ma, soprattutto, Potenza oggi detiene un record italiano assoluto; il record dei muri imbrattati, delle scritte sui muri. A Salerno non ho visto una sola scritta sui muri. Il centro storico di Potenza, invece, è deturpato, massacrato, falcidiato, stuprato dalla enorme quantità di muri insozzati. Non si salva neanche il vicolo più nascosto dei nostri suggestivi e meravigliosi vicoli ciechi. Nulla. Un disastro. Uno scandalo; lo scandalo di una amministrazione così incapace e così rassegnata a questa barbarie estetica. Se una Amministrazione appare rassegnata a risolvere il problema delle scritte sui muri, cosa può fare nel caso dei problemi più scottanti e complessi che le si parano dinanzi?  Quello delle scritte è un problema risolvibile con due o tre provvedimenti drastici, purché esista veramente la voglia di risolverlo e un pochino di decisionismo da sergente. Ci vorrebbe, però, un sindaco dotato di personalità e di passione per la città. Ci vorrebbe De Luca. Ma no … che avete capito? Non Dario De Luca, ma Vincenzo De Luca, l’ex sindaco di Salerno. Detto ciò, vengo al secondo tuffo al cuore. Se il primo tuffo è stato negativo, ma anche congiunturale, il secondo è stato positivo anche perché strutturale. Preciso meglio. Il tuffo al cuore positivo è quello di vedere e immaginare la bellezza del centro storico di Potenza e, per estensione, di tutta la città, nonostante l’incuria generale in cui versa. Se gli stessi vicoli, le stesse porte medioevali, le stesse piazzette, gli stessi palazzi, le stesse stradine, gli stessi angoletti fossero oggetto di amorevoli cure da parte dei cittadini, ma, soprattutto da parte della Amministrazione Comunale, se, soprattutto scomparissero per sempre quelle stramaledette scritte onnipresenti e il centro tornasse pulito (se tutta Potenza tornasse pulita) come era anni fa, se il centro venisse ancora una volta riqualificato come lo fu ottimamente nel dopo terremoto, se la Amministrazione comunale la finisse una buona volta con grandi e piccoli scempi come quello del parcheggio fuori Porta San Luca, se si credesse un po’ di più e da parte di più persone in quello che abbiamo, se il centro fosse più pulsante di vita ma non solo a San Gerardo, se il centro si potesse riempire di altri contenitori culturali e, magari, la Villa del Prefetto restasse aperta tutto l’anno, ebbene, allora avremmo una città oggettivamente bella; bella non solo per me o solo per una fascia di potentini, ma bella per tutti, senza perdere più tempo in discussioni oziose. Anzi, con questi pochi ritocchi Potenza si candiderebbe tranquillamente ad essere una delle dieci città più belle da Roma fino a Trapani. Qualcuno non crede a ciò che sto dicendo? Va bene. Intanto, rimettiamo a posto il centro e poi ne riparliamo in modo più approfondito con dati alla mano e con una analisi comparata e dettagliata. Ma per me Potenza è bella già oggi ed anche in queste condizioni. Figuriamoci se si facessero davvero tutte le piccole cose che ho elencato.

 

PINO A. QUARTANA

Nella foto; dibattito del 23 maggio 2016 organizzato da “We Love Potenza”. Da sinistra a destra; Pio Belmonte, Giuseppe Onorati, Katia Lacerra, Pino A. Quartana, Luca Lancieri, Gaetano Cappelli, Enzo Fierro.

Lascia un commento