LA CHIESA DI SANTA MARIA DEL SEPOLCRO A POTENZA TRA MISTERO E FASCINO

Ancora oggi, per chi volesse visitare la città di Potenza, la chiesa di S. Maria rimane un gioiello tutto da scoprire e vivere poiché profuma di storia e di mistero.
In quella che un tempo era la strada per raggiungere le Puglie, luogo nodale dei traffici tra Oriente e Occidente (e tra entroterra e costa), all’incrocio tra la via Erculea e la via Appia Nuova, vie di passaggio dei pellegrini diretti a Gerusalemme, in una zona denominata Santa Maria, a nord di Potenza, fu edificato il Casale del Santo Sepolcro.

Le origini di questo sito sembrano collegarsi alla partecipazione di gente del luogo alle Crociate, forse alla terza del 1190-1191, nonché alla fascinosa storia degli ordini cavallereschi medioevali.
Dunque, la Chiesa di Santa Maria del Sepolcro, con tutta probabilità, fu fatta costruire dal potente ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro – meglio noti come Templari – il cui compito era quello di assistere i pellegrini diretti in Terra Santa, tra gli ultimi anni del XII secolo e i primi del XIII. Proprio in quegli anni, infatti, fra il 1190 e il 1191, i conti di Santasofia, signori di Rivisco, una contrada vicino Potenza, parteciparono alla terza crociata e, tornando in città, fecero edificare la prima chiesa. Secondo altre fonti più recenti la Chiesa fu fondata, invece, non dai Templari ma dai cavalieri dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Molte sono le tesi che cercano di spiegare l’origine di quella che è, ancora oggi, una delle chiese più belle di Potenza.
Nel 1312, soppresso l’ordine dei Templari, il Casale con annessa Chiesa passò sotto la giurisdizione del Vescovo di Potenza, Guglielmo, che vi aggiunse la denominazione “Santa Maria” forse per l’esistenza nella zona di una cappella o icona dedicata alla Madonna oppure per, semplicemente, ingraziarsi gli abitanti del posto.

Nel 1399 la città fu posta sotto assedio dal re Ladislao che, con tutta probabilità, saccheggiò e devastò le contrade periferiche. Il Casale scomparve anche a causa della terribile peste del 1413 e la chiesa si ritrovò isolata in aperta campagna. Qui vi si stabilirono due eremiti che se ne presero cura iniziando a diffondere il culto della Madonna fra i pochi contadini rimasti nella zona.

Quando nel 1488 Alfonso d’Aragona assegnò il feudo di Potenza ai conti De Guevara, questi chiamarono i Frati Minori Osservanti a tenere la chiesa.
Il Conte di Potenza costruì a sue spese il convento e ristrutturò l’antica chiesa, predisponendo, in una sala attigua, il sepolcro gentilizio della famiglia, ormai scomparso. Dunque negli ultimi anni del XV secolo la piccola chiesa venne sostituita da una più grande e più bella che aveva richiami all’architettura gotico catalana.
Ma la chiesa di S. Maria oggi attira la curiosità dei visitatori e di chi ne mastica l’origine anche per un’altra importantissima peculiarità.
Nel 1647 il vescovo di Potenza, mons. Claverio fu inviato a Grumento dal papa Innocenzo I (1644-1655) come visitatore apostolico. Sembra che a Grumento egli fosse rimasto colpito da una Reliquia del Sangue di Cristo per cui ne chiese una parte ai Canonici del posto e la portò a Potenza.
Claverio tenne la Reliquia presso di sé per diverso tempo e solo quando i frati di Santa Maria del Sepolcro vollero restaurare la chiesa ed il convento egli pensò di sistemarvi la Reliquia arricchendo, a sue spese, la chiesa di un pregevolissimo soffitto ligneo a cassettoni ottagonali intagliati e dorati mentre sulla parete destra della navata fece costruire un monumentale altare barocco con sfarzose decorazioni in stucco e, al centro della parte superiore, in un’urna protetta da una portella con tre chiavi, il 4 giugno 1656, pose la Reliquia in un calice d’argento che recava incise quattro scene pasquali: l’agonia nell’orto; la flagellazione alla colonna; una caduta di Gesù sotto la Croce; e la Resurrezione del Sepolcro. Più tardi il reliquiario fu sostituito con un secondo in argento a guglie, di fattura gotica, nel quale ancora oggi si conserva la Reliquia. Il vescovo stabilì che le chiavi fossero custodite dalla prima Dignità della Cattedrale, dal Superiore del convento e dal primo cittadino di Potenza. Decise anche che ogni venerdì Santo la reliquia doveva essere esposta alla venerazione e portata in processione fino alla Cattedrale.
L’esistenza della Reliquia, che per molti potentini è sempre stata un mistero da sciogliere, è pura e semplice realtà attuale. La Reliquia di Cristo c’è veramente e viene custodita tuttora in questa bella chiesa potentina.

KATIA LACERRA

5 thoughts on “LA CHIESA DI SANTA MARIA DEL SEPOLCRO A POTENZA TRA MISTERO E FASCINO”

  1. Storia molto bella che in parte già conoscevo.. ora mi chiedo.. perché la reliquia, così preziosa, non viene esposta ai fedeli almeno una volta all’anno?
    Non dico la processione e la festa religiosa di una volta, ma almeno l’esposizione ed il ripristino del culto.
    Sarà perché la chiesa potentina.. già da molti anni.. ha dei dubbi sulla veridicità della storia? O c’è altro?

    1. Rispondo molto volentieri e con grande piacere alla Sua domanda, che è la stessa che si pongono molte altre persone.
      La reliquia non è un’invenzione per attirare la curiosità di più di qualcuno.
      La reliquia del Preziosissimo Sangue di Cristo è una bellissima realtà di Potenza.
      Nello specifico, si tratta di parte di terra intrisa del sangue del Cristo, conservata da Maria di Salomè, e della quale Ruggero di Sanseverino entrò in possesso nel suo viaggio a Gerusalemme.
      Attualmente, solo grazie all’impegno dell’attuale parroco della Chiesa di S. Maria, la Reliquia viene esposta all’adorazione dei fedeli durante i riti della Settimana Santa (il Venerdì Santo è portata in processione insieme al Cristo morto) e durante la settimana di settembre in cui cade la festività del nome di Maria.
      Infine, il prossimo 6 giugno ricorrerà la 460a ricorrenza della presenza della Reliquia qui a Potenza, per cui, potrebbe anche darsi che il Vescovo possa autorizzare i frati a delle cerimonie particolari.

  2. Su questa Chiesa è stato da poco pubblicato questo libro che scioglie molti dei dubbi (misteri) così antichi …
    A.Pellettieri – A.Rubino, Tra il Casale e la Città. Santa Maria del Sepolcro e la vicenda dei Frati Minori in Basilicata, Foggia, 2016.

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